Recensioni / Trick or Treat. Il vero volto delle maschere

La festa di Halloween si avvicina e streghe, fantasmi e scheletri popoleranno le strade delle nostre città, ma per quanto ludica e goliardica sia diventata questa festa, l’origine è antica e legata al culto degli spiriti e dell’aldilà: il travestirsi, l’uso delle maschere ha quindi una lunga storia, che si perde nella notte dei tempi e arriva fino ai giorni nostri.
La maschera viene infatti utilizzata fin dalla preistoria per rituali religiosi, nel mondo greco e romano la troviamo in teatro fino a giungere al Carnevale in tempi più recenti. In molte culture tutt’oggi la maschera fa parte di quel modo di “travestire” il corpo per entrare in contatto con le divinità. Come sostiene Claude Lévi-Strauss il rito è il mito in azione e a ciò si lega l’origine della musica, della poesia, della danza, della pittura e del teatro. Il rito materializza ciò che il mito immagina, legandosi quindi anche ad una tradizione del saper fare.
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Per concludere il nostro viaggio tra le maschere proviamo adesso a pensare a quello che ci incute più timore e terrore, ecco che ci comparirà l’immagine del Diavolo, Lucifero, il re degli inferi, grandi corna e denti aguzzi: Jacques Cazotte nel romanzo Il diavolo innamorato, pubblicato nel 1772 con grande successo e oggi pubblicato da Quodlibet, ribalta questa nostra immagine, trasformando il volto del Diavolo in quello di una giovane ed eterea ragazza bionda. Siamo nella Napoli del 1700, durante la dominazione spagnola, ed un giovane soldato decide di sfidare il diavolo che, sceso in terra con le sembianze di una dolce fanciulla, tenterà di sedurlo, rimanendo però a sua volta vittima della sua trappola; per salvare il giovane Alvaro dal Diavolo Innamorato arriverà la cattolicissima madre: nonostante le maschere infatti, un diavolo è pur sempre un diavolo!