Recensioni / Vita esemplare di un marrano. Uriel Da Costa, un libero pensatore in lotta con la sinagoga

Eroe della ragione contro l’oscurantismo religioso, o addirittura martire dell’intolleranza. La figura di Uriel Da Costa, eretico perseguitato dalla comunità ebraica di Amsterdam, è stata avvolta per secoli da un alone agiografico. Da Bayle a Voltaire, da Herder a Feuerbach e sino ai racconti di Israel Zangwill, questo marrano miscredente ha impersonato il rifiuto della religione rivelata in nome di uno spirito cosmopolita e universale.
Il profilo biografico tradizionale di Da Costa è basato su un libro, dal titolo oraziano Exemplar humanae vitae, che egli avrebbe composto poco tempo prima di morire, nel 1647. Nello scritto si narrano le traversie del giovane Uriel, cresciuto in Portogallo in una famiglia giudaica convertita a forza. Dopo aver studiato teologia, il protagonista decide di sfuggire alla soffocante società cattolica per rifugiarsi nei Paesi Bassi e riabbracciare la fede giudaica. Ma le sue speranze di aver finalmente trovato un ambiente libero s’infrangono ben presto contro «il costume e il maligno carattere (...) dei detestabili farisei». I rabbini di Amsterdam cominciano infatti a perseguitarlo per le sue idee indipendenti, costringendolo a un’abiura pubblica e disonorevole. Alla fine del rito Da Costa viene flagellato e poi costretto a stendersi davanti all’entrata della sinagoga così che tutta la comunità, uscendo, possa calpestarlo. Affranto per l’umiliazione, Uriel si sarebbe in seguito ucciso.
Questa singolare peripezia viene ripubblicata e tradotta dal latino da Omero Proietti. Ma l’esame filologico che accompagna l’edizione riserva non poche sorprese. Attraverso un confronto tra le fonti storiche e le notizie contenute nell’autobiografia, Proietti riesce infatti a dimostrare che il testo ha subito pesanti interpolazioni cristiane e che molto probabilmente il vero autore non è Da Costa ma il teologo protestante Philipp Limborch, che “scoprì” e diede alle stampe il libro nel 1687. Si tratterebbe, insomma, non dell’appassionata requisitoria di un libero pensatore in guerra contro la sinagoga ma di un falso malizioso, architettato da un cristiano per mettere in cattiva luce la comunità giudaica di Amsterdam.
Il Da Costa vero, quello storico, di cui Proietti segue la biografia tra Portogallo, Amburgo e Olanda, fu personaggio forse meno colorito ma certo più acuto e atipico di quello proposto dall’Exemplar. Lasciò probabilmente il Portogallo non per motivi religiosi ma per seguire gli interessi commerciali della propria famiglia e come un accorto mercante si comportò anche durante il suo soggiorno ad Amburgo, che risulta dai documenti ma è taciuto dall’Exemplar. Sia ad Amburgo sia ad Amsterdam, dove si trasferì più tardi, Uriel conciliò effettivamente la mercatura con una passione, intensa ed eversiva, per la critica biblica. In libelli implacabili, che suscitarono clamore tra gli ebrei del tempo, volle dimostrare che l’intera profezia di Daniele e altri passi della Scrittura erano tarde interpolazioni farisaiche, e che l’autentica tradizione ebraica non prevedeva alcuna dottrina della retribuzione ultraterrena né l’attesa di un Messia.
È vero che, per queste sue opinioni, Da Costa fu bandito con scomunica dapprima dalle comunità di Venezia e di Amburgo e poi con provvedimento di Amsterdam; non c’è prova, tuttavia, che si sia dovuto sottoporre al crudele rito di abiura descritto nell’Exemplar né che la sua fine sia stata un tragico suicidio. L’ultimo documento notarile che abbiamo su di lui, ce lo mostra infatti ad Amsterdam dotato di un buon patrimonio, e in grado di condurre una tranquilla vita borghese. Non un martire, dunque, ma un uomo capace di conciliare pragmatismo commerciale e inquietudine dello spirito. Del resto, più che la biografia è la forza di pensiero a fare la grandezza di Da Costa: quelle sue pagine taglienti sulla cronologia biblica di cui Baruch Spinoza avrebbe fatto tesoro per il suo Trattato teologico-politico.

OmeroProietti, «UrielDaCosta e l'Exemplar humanae vitae», Quodlibet, Macerata 2005, pagg,288,€ 22,00.