Quale senso può avere la storia
dopo l'apocalisse delle guerre
mondiali, la Shoah e Hiroshima?
Il grande studioso e rabbino
viennese Jacob Taubes (1923-
1987) prova a illuminarci nel suo
celebre scritto, Escatologia occidentale, appena ripubblicato in
Italia da Quodlibet (la prima edizione in italiano fu nel 1997 con
Garzanti).
"Nella confusione intorno al senso della storia, non si può trovare
un criterio nei singoli eventi. Anzi, si deve prescindere da tutti
gli eventi e
domandare:
che cosa rende storia un
accadimento?
Cos'è - si domanda Taubes - la storia
stessa?". Per il
celebre pensatore un criterio
e una posizione nella questione
circa l'essenza della storia "si
possono ricavare solo se ci si interroga a partire dall'éschaton" .
Nell'éschaton infatti, a detta di
Taubes, "la
storia oltrepassa il
proprio limite e diventa visibile a se stessa".
Curata da Elettra Stimilli, con
una prefazione firmata da Michele Ranchetti, l'opera di Taubes è suddivisa in quattro libri.
Il primo, che ci aiuta a comprendere l'essenza dell'escatologia. Il
secondo, che propone una storia
dell'apocalittica. Il terzo, che racconta l'escatologia teologica in
Europa. L'ultimo, che propone
uno sguardo sull'escatologia filosofica in Europa. Un testo ricco di complessità che l'autore
scrive in un momento di svolta,
come rielaborazione della sua-tesi di dottorato. Vedrà le stampe
dopo l'uscita nel '46 di Lebendiges Judentum, scritto dal padre
Zwi Taubes, scampato alle persecuzioni antiebraiche grazie al
trasferimento in Svizzera avvenuto dieci anni prima dopo la
nomina a Gran Rabbino di Zurigo. Un lavoro, quello paterno,
che come ricorda Stimilli "è frutto della riflessione ebraica sulla
prospettiva sionista, da lui proposta come unica via di scampo
per gli ebrei d'Europa dopo la
catastrofe nazista". Nessun riferimento alla Shoah è invece presente nell'opera del figlio. "Ma
è chiaro - spiega la curatrice -
come tutta la ricerca muova dall'esigenza di interrogare la storia
su quanto è accaduto senza ricorrere alla soluzione sionista
promossa dal padre".
Tra i più grandi studiosi ebrei
del Novecento, Taubes insegnò
a lungo sia negli Stati Uniti (a
Harvard, Princeton e per dieci
anni, dal 1956, alla Columbia
University), sia a Gerusalemme
(dal 1951 al 1953 all'Università
ebraica, sotto il patrocinio di
Gershom Scholem). Nel 1961
venne chiamato alla Freie Universität di Berlino dove dal 1966
divenne ordinario di giudaistica.
Nello stesso periodo tenne numerosi seminari alla Maison des
Sciences de l'Homme di Parigi
e partecipò attivamente al movimento studentesco. Gli ultimi
anni della sua vita furono segnati
da crisi fisiche e psichiche.
Escatologia occidentale è stato il
suo unico libro. Ma le tracce del
pensiero di Taubes sono ben disseminate anche altrove. "Taubes
- ricordava l'accademica e filosofa Margherita von Brentano -
ha pubblicato un notevole numero di saggi, spesso a carattere
occasionale: risposte, annotazioni, repliche, interpretazioni". Era
un instancabile scrittore di lettere, "ma era se stesso soprattutto nel dialogo vivo".
Questa nuova edizione ci conferma tutta l'attualità delle sue
intuizioni.