Recensioni / Padre Ricci eroe moderno misconosciuto

Matteo Ricci ( 1552- 16 10) sembra l’icona perfetta per i nostri giorni: modello d’inculturazione,
ponte tra Occidente e Oriente, dimostrazione che la vera religione unisce i popoli laddove economia e  politica falliscono.
Depose anche il suo nome per farsi cinese tra i cinesi. E così Matteo Ricci diventò Li Madou, smise la veste gesuita, adottò quella del bonzo e si rasò il capo. Ma cosi veniva confuso con i poco edificanti religiosi del tempo. Allora prese il nome di Xitai, vestì la seta dei letterati e si fece crescere la barba
In un’epoca in cui la Cina dei Ming aveva così alta stima di sé da rappresentarsi nelle carte geografiche come la quasi totalità delle terre esistenti, Xitai insegnò la cartografia, la geometria euclidea e l’astronomia copernicana. Parlò di Dio come del Signore del Cielo e accostò la vita cristiana al virtuoso Confucio. Percorse la Cina da Macao a Pechino. Il primo scambio consistente tra la cultura europea e quella ci­nese avveniva per la fede di un missionario partito dalle Marche. Durante gli ultimi quattro secoli, la lezione di padre Ricci ha lievitato la sua forza. Il suo modello d’inculturazione dialogica - che non annulla l’identità originaria - lo rende non solo un patrono della migrazione, ma un eroe della modernità da affiancare a Erasmo e Spinoza.
Non sorprende che le pubblicazioni si moltiplichino. Ricordiamo innanzi tutto l’opera firmata da Filippo Mignini, direttore dell'Istituto Ricci di Macerata. Matteo Ricci. Il chiosco delle fenici (Il Lavoro Editoriale, pagg. 294, euro 20,00) e una biografia precisissima ma volutamente snellita dal1'eccesso di dati scientifici, discorsiva, accessibile a chiunque e trascinante come un romanzo. Imperniata sulla personalità di Ricci, ne presenta la formazione umana, culturale e soprattutto spirituale, dato fondante per non travisarne le motivazioni. Sempre Mignini è curatore di due importanti volumi de12005: uno è il catalogo della mostra Padre Matteo Ricci. L'Europa alla come dei Ming (Mazzotta, pagg.168, euro 45,00), l’altro è il trattato Dell'amicizia (Quodlibet, pagg. 208, euro 24,00), prima opera composta in cinese da Ricci in cui significativamente raccoglieva cento massime dei classici greci e latini sull'amicizia.
Sempre de1 2005 è il corposo volume di Michela Fontana: Matteo Ricci. Un gesuita alla corte dei Ming (Mondadori, pagg. 347, euro 18,50) e una biografia scientifica in senso classico, che non si identifica con la vicenda e per questo è libera di concedersi anche qualche stoccata critica. Estremamente documentato, questo libro ci fa toccare con mano la Cina del 500 attraverso continue digressioni che spiegano e contestualizzano ogni particolare, anche se talvolta fanno perdere il filo della vicenda. Fresco di stampa è invece l'agile e più economico volume di Paul Dreyfus: Matteo Ricci. Uno scienziato alla corte di Pechino (traduzione di Bruno Amato, San Paolo, 2006, pagg. 201, euro 14,50) e principalmente una storia del cristianesimo in Cina: a Francesco Saverio e agli inizi della missione sono dedicati i primi due capitoli, un centinaio di pagine sono per la storia di Ricci, mentre le ultime sessanta pagine riassumono le vicende del cristianesimo cinese da allora fino a oggi.