Recensioni / Strani giorni

Viviamo strani giorni: giorni di emergenza, di reclusione, di lutto e di immani tragedie. Un freno improvviso alla nostra vita di prima, a quella che era la nostra normalità, la nostra veloce normalità. Improvvisamente lo Stop e la resa dei conti. Nulla sarà più come prima e nulla potrà tornare indietro. In questo strano clima di incertezze e dolori, dove il restare a casa diventa necessario, obbligatorio, ci restano i libri. Ci restano i libri anche per dare un indirizzo diverso alla nostra nuova vita e alla voglia di futuro che ci vive dentro. Ci si saluta on line dicendoci “ci rivedremo”, “ci abbracceremo”, “torneremo a fare le stesse cose belle di prima”. Ma il senso di angoscia poi resta e per alleggerire la tensione ci restano solo loro, i nostri amati libri. Uno dei pochi porti sicuri. Attraverso le pagine social continuiamo, quotidianamente, a dare suggerimenti e segnali positivi di contrasto e di reazione, quanto mai necessari ora. Alleggerire la tensione anche con delle Dirette facebook in cui, tra amici, si passa la palla tra suggerimenti e una battuta. Ci si veste eleganti prima di cena e si va a fare il pagliaccio in Rete anche per il gusto di non imbarbarirsi a letto in pigiama, ma soprattutto con la speranza di strappare qualche risata agli amici e stare, da lontano, vicino ai propri cari. Da oggi, fino a non sappiamo quando, questo spazio diventerà la cronaca dei libri suggeriti settimanalmente sui vari spazi della Rete. Ma torneranno, accidenti se torneranno, le nostre mitologiche serate in Libreria.

Viviamo strani giorni: giorni di emergenza, di reclusione, di lutto e di immani tragedie. Un freno improvviso alla nostra vita di prima, a quella che era la nostra normalità, la nostra veloce normalità. Improvvisamente lo Stop e la resa dei conti. Nulla sarà più come prima e nulla potrà tornare indietro. In questo strano clima di incertezze e dolori, dove il restare a casa diventa necessario, obbligatorio, ci restano i libri. Ci restano i libri anche per dare un indirizzo diverso alla nostra nuova vita e alla voglia di futuro che ci vive dentro. Ci si saluta on line dicendoci “ci rivedremo”, “ci abbracceremo”, “torneremo a fare le stesse cose belle di prima”. Ma il senso di angoscia poi resta e per alleggerire la tensione ci restano solo loro, i nostri amati libri. Uno dei pochi porti sicuri. Attraverso le pagine social continuiamo, quotidianamente, a dare suggerimenti e segnali positivi di contrasto e di reazione, quanto mai necessari ora. Alleggerire la tensione anche con delle Dirette facebook in cui, tra amici, si passa la palla tra suggerimenti e una battuta. Ci si veste eleganti prima di cena e si va a fare il pagliaccio in Rete anche per il gusto di non imbarbarirsi a letto in pigiama, ma soprattutto con la speranza di strappare qualche risata agli amici e stare, da lontano, vicino ai propri cari. Da oggi, fino a non sappiamo quando, questo spazio diventerà la cronaca dei libri suggeriti settimanalmente sui vari spazi della Rete. Ma torneranno, accidenti se torneranno, le nostre mitologiche serate in Libreria.

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Abbiamo dato spazio ai libri anfibi di Luigi Malerba, quelli da leggere in comune genitori e figli, seguendo il magnifico percorso di riscoperta fatto, in questi anni dalla casa editrice Quodlibet. La casa editrice marchigiana ha pubblicato tutti quei libri di questo instancabile sperimentatore che privilegiano la dimensione del comico. Abbiamo suggerito quel capolavoro di umorismo che è il romanzo buffo “Il pataffio” e poi quei testi di aforismi e fantasie e paradossi che sono “Le galline pensierose”, “Consigli inutili”, “Storiette e storiette tascabili” e “Mozziconi” . Libri memorabili che lasciamo il segno. Tra le pagine di “Storiette e storiette tascabili” si rincorrono e si nascondono tanti bizzarri personaggi e fanno da sfondo alle avventure i prati e gli alberi, le cantine e le stalle dove i maiali sognano di essere cavalli, le carote invidiano le cipolle, gli scorpioni fanno gare di bellezza con i ragni, le cimici si vergognano di puzzare e le galline mordono il sedere ai padroni. Per l’autore, evidentemente la realtà è un paradosso: i suoi personaggi sembrano usciti per incanto dal cilindro di un cappellaio Matto.

Brevi storielle semplici, come esempi dell’inverosimile e acuta stupidità umana. Piene della migliore comicità di Malerba. I personaggi pensano molto ma pensano solo coglionerie, e spesso coglionerie ingegnose: Agrippone che cerca di produrre maiali a sei zampe; il bambino Tonino che fa l’anarchico per raggiungere all’inferno lo zio; Cesarino che non sopporta il passato remoto ma vive bene lo stesso; e poi il dirottatore di treni, il pittore che dipinge i rumori, e così via. Ma è una comicità piena di benevolenza verso questi stupidi eccentrici e la loro superiore stupidità. Questa è la raccolta completa delle Storiette e Storiette tascabili. La prima e unica edizione di “Mozziconi” è stata di Einaudi nel 1975. Praticamente un libro introvabile e che grazie a Quodlibet nel 2019 è tornato nei nostri scaffali.

Mozziconi è uno straccione che vive sotto i ponti del Tevere, una specie di filosofo anarchista, che pensa e mette i pensieri in bottiglia e li affida alle acque del Tevere; un poveraccio, d’animo aristocratico, che non fa lega con gli altri barboni, ignoranti e di scarso pensiero, che neppure leggono i giornali vecchi trovati in mezzo al pattume, come fa lui.

Mozziconi è in fondo una specie di filosofo cinico, come l’antico Diogene, che viveva in una botte ad Atene facendo a meno di tutto, a cui perfino Alessandro Magno portava rispetto; al giorno d’oggi la filosofia cinica non è più di moda, solo Malerba le ridà dignità, mettendo in bocca a Mozziconi discorsi che somigliano a profonde verità o a stupidaggini, difficile dire cosa prevale, sempre però con la leggera comicità e divertimento, come è nel suo stile migliore. Anche “Le Galline Pensierose” di Luigi Malerba sono pubblicate da Quodlibet nella collana Compagnia Extra e sono 146 brevissime storielle, più 9 inedite composte da Malerba nel 2008 da aggiungere alla precedente edizione Mondadori 1994 (la prima è Einaudi 1980).

«Per Malerba osservare le galline vuol dire esplorare l’animo umano nei suoi inesauribili aspetti gallinacei». – Italo Calvino Un libro dove le galline pensano, parlano, progettano e si danno da fare, sempre ad imitazione e in concorrenza con gli esseri umani, moltiplicandone la comica stupidità e il sempre fallimentare anelito filosofico. Italo Calvino ha scritto che queste storielle sulle galline stanno tra il leggero umorismo del nonsense e la vertigine metafisica degli apologhi zen.

“Il Pataffio” pubblicato nel 2015 nella Collana Compagnia Extra curata da Ermanno Cavazzoni è un caposaldo imprescindibile della Letteratura umoristica apparso per la prima volta nel 1978. “Il pataffio” di Malerba è un romanzo dissacrante ambientato in un medioevo dominato dalla puzza e lontano da quello libresco di dame eteree e cavalieri cortesi.

Ci si muove in un medioevo pieno di fame e carestia. I nomi dei personaggi sono già un eloquente programma, il marconte Cagalanza, la marcontessa Bernarda, grassa e scontenta, la corte tutta disgraziata e approssimativa, con i soldati arrugginiti e affamati, i contadini più affamati ancora, raramente qualcuno trova un pollastro o un somaro cotto, più spesso lo sogna. Alla fame non c’è mai fine, e questa è la trama fondamentale che accomuna contadini e sgangherati signori. Si parla un bellissimo maccheronico semi romanesco, semi latino, o semi qualcosa d’altro. Parente prossimo della Armata Brancaleone di Mario Monicelli.