Immaginatevi qualcuno che dopo aver
letto le rime immortali di Montale o Carducci, sbotti così: «Mi aspettavo qualcosina di più, son sincero». E che faccia di
più: principi di fisica e manuali di storia
alla mano, si cimenti a scovare le incongruenze più clamorose nei versi di Ugo
Foscolo e di Giacomo Leopardi.
L'incontentabile e pignolo rilettore
della poesia classica italiana è Alberto
Piancastelli, architetto bolognese, 60
anni in ottobre, ma pure vignettista e
propenso a giocare con le parole, unendovi la graffiante ironia di chi ha origini
romagnole. Così è nato Pignolerie edito da Quodlibet per la collana Compagnia Extra, diretta dallo scrittore reggiano Ermanno Cavazzoni, che insieme a
Piancastelli presenterà il libro 1'11 giugno alle 18,30 alla Coop Ambasciatori,
aperta al pubblico rispettando le restrizioni ma con una diretta Facebook per
tutti. A cavallo tra divertissement letterario e opera dissacrante di chi gioca e
però ama la poesia, le pignolerie dell'autore non risparmiano nessuno, dando
vita a una lunga carrellata da leggere
con leggerezza.
«Ci si diverte a leggere queste meticolose e paradossali disamine senza che il
poeta, se è un grande poeta, ne resti
scalfito e irriso» scrive Cavazzoni, che
ha incoraggiato l'autore a radunare le
sue pignolerie in un libro, e che già avevano riscosso successo alle ultime edizioni dell-Error day" di Clelia Sedda.
Lasciate da parte l'arte del vago e la licenza poetica, sono messi così alla berlina i più grandi capolavori, che appaiono grondanti di errori di calcolo, misure, meteorologia e storia. Pensate alla
spigolatrice di Sapri dell'omonima poesia di Luigi Mercantini che sostiene di
aver visto Pisacane e i suoi trecento su
«una barca che andava vapore / e alzava una bandiera tricolore». Dice di averla vista a Ponza, ma come fa, chiede il pignolo, se da Sapri a Ponza ci sono 240
chilometri? Piancastelli prende in scacco anche La quercia caduta di Pascoli. «La capinera che cerca un nido che
non troverà» dello struggente finale, in
natura preferisce invece farsi la casa
nei cespugli e nelle macchie spinose,
non sulle querce. E così via in un gioco
che diventa lettura godibile, a patto
che ci si cali nello spirito originale del libro e si sposino le intenzioni dell'autore. Che però nell'introduzione scrive così: «Ho ritenuto segnalare questi errori,
in modo che l'autore se mai potesse risorgere, possa emendarsi». Pignolo.