Recensioni / L’ordinamento giuridico di Santi Romano

Può affermarsi senza timore alcuno di cadere in esagerazioni che L’ordinamento giuridico di Santi Romano costituisce una pietra miliare nella storia e nel pensiero della dottrina gius-pubblicistica italiana. E a ben vedere non solo, giacché tale opera – a partire dal 1963 – è stata tradotta in molte altre lingue, compreso da ultimo l’inglese.
Pubblicato per la prima volta in due parti nel 1917 e nel 1918 negli Annali delle Università toscane e, contemporaneamente, in un volume unico nel 1918 a Pisa, L’ordinamento giuridico è stato successivamente rieditato nel 1946 e nel 1977 per i tipi di Sansoni ed, infine, nel 2013 all’interno dell’opera L’“ultimo” Santi Romano edita dalla casa editrice Giuffrè (con prefazione di Alberto Romano).
Questa nuova pubblicazione riproduce l’edizione del 1946 la quale, a sua volta, costituiva fedele riproposizione della prima edizione salvo che per l’integrazione di alcune note e l’aggiunta di altre, nelle quali – aveva cura di chiarire lo stesso Santi Romano nella prefazione – «ho tenuto conto della letteratura posteriore sui vari argomenti da me trattati e, molto sobriamente, delle più importanti critiche che mi sono state rivolte».
Ritroviamo, pertanto, anche questa volta l’articolazione dell’opera in due parti. La prima, dedicata a «Il concetto di ordinamento giuridico», che – nel pensiero dell’illustre Autore – può dirsi consustanziale a qualunque complesso sociale e, quanto al suo proprium, tale da travalicare il concetto di norma tout court inteso. La seconda parte, è dedicata invece a «La pluralità degli ordinamenti giuridici e le loro rela- zioni». Qui l’Autore, muoven- do dal constatare l’esistenza di «tanti ordinamenti giuridici quante istituzioni», confuta sostanzialmente la tesi secon- do cui il complesso di detti ordinamenti debba necessariamente «e senza eccezioni ridursi al diritto statuale».
A corredo dell’edizione qui in commento, inoltre, una premessa ed un saggio – intitolato La tecnica della composizione. Per una storia futura de L’ordinamento giuridico – ad opera del curatore del volume, Mariano Croce.
Nel complesso, si tratta di una ripubblicazione de L’ordinamento giuridico, quella in parola, che cade a cento anni dalla prima edizione e che – per usare le parole del suo curatore – muove dall’esigenza «di rinnovare la spinta radicale del pensiero di Romano traendola fuori dai confini della teoria giuridica e consegnandola a un pubblico più ampio, in un contesto sociale e politico che dalla sua riflessione può ricavare un enorme potenziale trasformativo». L’intento celebrativo, in sostanza, è qui di gran lunga superato dalla volontà di dare risalto alle potenzialità future di un’opera che, nonostante il suo secolo di vita, ha il grande pregio di continuare a «fare il presente». E tanto, non perché il tempo di oggi sia identico al tempo di ieri, bensì perché la cifra de L’ordinamento giuridico è quella di offrire ai suoi lettori un modo – o, se si preferisce, un metodo – di intendere il diritto che – per usare ancora una volta le parole del curatore del volume – «sfugge a qualunque presa contestuale, a qualunque riduzione della parola a un dato tempo storico». Un metodo, dunque, che oggi come ieri è utile a cogliere e a meglio decifrare le traiettorie lungo cui si dipanano le molteplici trasformazioni del presente sino a farsi futuro.