Recensioni / Preghiera

Mi si chiami protocristiano. Alla luce di quanto scrive Giancarlo Gaeta in Il tempo della fine. Prossimità e distanza della figura di Gesù (Quodlibet). Lo storico del cristianesimo analizza i Vangeli e scopre che il suo protagonista "considerava il mondo come territorio della sovranità di Satana". Cosa che mi sembra evidente da sempre ma che è utile ripetere perché pochi sono i protocristiani e molti sono i postcristiani dalla dura cervice. Gaeta in particolare illumina "la seconda tentazione, in cui la concezione tradizionale che attribuiva a Dio la potestà sui regni del mondo è ribaltata a favore di Satana: "Ti darò tutta questa potenza e la loro gloria, perché a me è stata rimessa e io la do a chi la voglio" (Luca 4,6). Un passo privo di paralleli in cui si riflette tutto il pessimismo protocristiano circa la natura dei poteri politici". Ecco, un protocristiano sta con Gesù e non con Francesco I, Paolo VI, Giovanni XXIII, tutti papi fissati con la perfida politica. Si studi, si rispetti, si imiti l'apoliticità di Gesù. E mi si chiami protocristiano

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