Alberto Bugio (a cura di)
Antonio Labriola nella storia e nella cultura della nuova Italia Quodlibet, 2005, pp. 3H1, € 35,00.
È interessante notare come rimanga costante l’attenzione del mondo editoriale a quei classici del pensiero tra Ottocento e Novecento, le cui opere si ritengono a volte riservate ad un ristretto mondo di specialisti. Tra le uscite più recenti, basta citare, alla rinfusa, pensatori politici dell'Ottocento come Alexis de Tocqueville o filosofi novecenteschi come Adorno e Bloch.
Rientra in tale categoria questo volume dedicato alla figura di Antonio Labriola, che raccoglie gli atti di un convegno promosso dal Dipartimento di filosofia dell'Università degli studi di Bologna, con la partecipazione di vari istituti culturali e sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica. Il volume, corredato da un accuratissimo apparato critico, è stato curato da Alberto Burgio e contiene una ampia serie di contributi su tutti gli aspetti della ricerca teorica, politica e storica di questo “intellettuale militante” (per riprendere una formula celebre) dell’Italia di fine Ottocento.
Sono note le tappe dell’itinerario di Labriola, studioso del socialismo la cui opera ebbe una influenza rilevante sul pensiero di Benedetto Croce. Tra i vari saggi, tutti di forte rigore specialistico, vale la pena almeno ricordare quelli di studoosi noti come Gabriele Turi, Aldo Zanardo, Aurelio Macchioro e uno di Marzio Zanantoni, dedicato ad una fervida ricostruzione dell’interesse di Labriola per il cristianesimo primitivo. Emerge il ritratto di uno studioso inquieto, sullo sfondo di un mondo culturale napoletano profondamente legato ai conflitti dell’Europa di fine Ottocento, e teso a riflettere sull’urgenza della “questione sociale”.
Da sottolineare, nell’ultima parte, una analisi delle fonti archivistiche e dell’iconografia di Antonio Labriola, il cui fondo è conservato presso l’archivio della Società napoletana di storia patria.