Recensioni / Elettra Stimilli, Jacob Taubes Morcelliana

Elettra Stimilli, Jacob Taubes Morcelliana, 308 pp., euro 24

Tentazione di ripetere, con una postilla di aggiornamento, quel che Ernst Jünger notava a Parigi ne1 1943: "Nella guerra passata parlavamo dei feriti e dei caduti, in questa dei deportati e degli assassinati". Proprio in confronto polemico, "in divergente accordo” con colui che, diagnosticava la tendenza alla ca". Che la teologia abbia avuto e abbia fatali ricadute politiche e attestato dalla storia come dall'attualità. Meno evidente il legame di certe catastrofi politiche con la teologia. Lo riannoda Elettra Stimilli risalendo dalla guerra attuale - "di tipo nazionale, religioso, etnico" - a quanto di fortemente teologico e presupposto nelle moderne concezioni di Stato, identità, cittadinanza, diritto e nella loro messa in crisi. Di Taubes non restano che le lettere a Scholem ("Il prezzo del messianesimo", Quodlibet): a documentare l'aspro scontro con cui consumò la sua frattura con il maestro. Il carteggio con Schmitt ("In divergente accordo”, Quodlibet): a comprovare un’inimicizia coltivata per oltre un decennio, e i testi della “Teologia politica di San Paolo” lo "stato di eccezione" schmittiano il punto di maggior tangenza tra l'ambito teologico e quello politico. Il punto a partire da cui, nota la Stimilli, "nell'età moderna si origina la politica nel distacco dalla teologia". Nel 1952, oltre vent'anni prima di conoscere personalmente Schmitt, Taubes aveva confidato in una lettera al compagno di studi Armin Mohler l'intuizione di quel nodo irriducibile raccolto dal "Nomos della terra". Mohler mostrò la lettera a Junger, di cui all'epoca era segretario e, attraverso Junger, la lettera giunse nelle mani di Schmitt, che ne fece copie da spedire agli amici. Con una postilla in cui riconosceva "a questo intellettuale ebreo" di averlo compreso "meglio di molti che collaboravano con lui da anni".