Recensioni / L’evoluzione degli psichedelici

“Siamo nel pieno del Rinascimento psichedelico, eppure le principali pubblicazioni uscite fino a oggi al riguardo (tra gli altri penso ai recenti Come cambiare la tua mente di Michael Pollan o a LSD di Agnese Codignola) si limitano a ripercorrere l’affascinante e tumultuosa storia della psichedelia, raccontando cosa sono queste sostanze. [...] È arrivato il momento di dire perché queste sostanze, anche se ancora sottotraccia e in modo spesso impalpabile, ci riguardano.”

Da qualche giorno è in libreria La scommessa psichedelica a cura di Francesco di Vita, pubblicato per Quodlibet. La scommessa psichedelica è un volume che raccoglie i saggi di molti autori tra i quali Vanni Santoni, Marco Cappato, Carlo Mazza Galanti, Edoardo Camurri e moltissimi altri autori che, ognuno con il suo angolo visuale, offrono una lettura estremamente ampia su qualcosa che sta succedendo e che va raccontato sia alla luce di una rilettura storica di quella che è stata l’evoluzione degli psichedelici, sia per quanto riguarda gli studi e le scoperte scientifiche che in questi anni stanno riportando la psichedelia in ambiti medici, psicologici e psichiatrici.
Uno degli ambiti all’interno dei quali si sta studiando, per esempio, l’apporto della psilocibina (sostanza psichedelica presente in alcuni funghi allucinogeni) è quello della depressione, scrive Ilaria Giannini:

“Un problema (la depressione resistente ai farmaci) che oggi riguarda circa il 25% degli oltre 322 milioni di depressi che ci sono in tutto il globo, una cifra pari quasi all’intera popolazione degli Stati Uniti, di cui 3 milioni solo in Italia. Secondo l’ultimo rapporto del 2017 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione non soltanto è la prima causa di disabilità al mondo, oltretutto aumentata del 18,4% tra il 2005 e il 2015, ma si dimostra anche un’emergenza a cui, malgrado tutti i progressi compiuti, la medicina non sa ancora rispondere adeguatamente. Un paziente su quattro infatti non guarisce né si stabilizza e il disturbo depressivo rimane la causa principale delle morti per suicidio, che sono circa 800 mila all’anno. Le ricerche di Carhart-Harris con la psilocibina sono così importanti perché hanno dato risultati significativi proprio su persone su cui nient’altro aveva funzionato”.

La depressione infatti è solo uno degli aspetti legati all’utilizzo delle sostanze psichedeliche, che per molti anni si sono portate lo stigma di una narrazione politicizzata, scrive Vanni Santoni a riguardo:

“Per quanto la «fiaccola» degli psichedelici e del loro uso sia stata portata avanti, da metà anni ’80 e per tutti i ’90, in un contesto di tipo dionisiaco quale quello dei free party o rave, ciò che veramente ha cambiato le carte in tavola e paradigma, portando alla riapertura di studi ufficiali in molte università dell’Occidente, all’uscita di libri a tema per editori importanti e in generale a una virata di 180° dell’atteggiamento dei media mainstream nei confronti degli psichedelici, è stato lo scoprire - o meglio, il riscoprire - che, a determinate condizioni, quelle piante e quelle molecole possono fare bene.
Che possono curare afflizioni gravi e di difficile trattamento come la depressione, l’ansia da fine vita, il disturbo post-traumatico da stress o le dipendenze, e non solo: il fatto che vivere un’intensa esperienza mistica possa fare bene anche a chi sta già bene, portandolo a un maggior equilibrio personale, al superamento della paura della morte, all’abbandono delle cattive abitudini, a una maggior empatia coi suoi simili e col mondo, rende queste sostanze desiderabili da ogni salutista che si rispetti”.

La scommessa psichedelica è un libro che non solo ha il merito di ricostruire buona parte della storia di queste sostanze, ma offre al lettore un’importantissima pluralità di voci capace di generare una nuova visione e diverse prospettive future sulla questione. Incrementare gli studi, creare un dibattito pubblico e formarsi un’idea sul tema, sono tutti strumenti necessari quando per molti anni si è criminalizzato ciò che andava studiato, compreso ed elaborato a livello sociale mediante dati e ricerche.
Libri come questo, su temi così poco affrontati nei dibattiti pubblici, hanno il grande valore aggiunto di poter offrire attraverso la scrittura di qualità di giornalisti, critici, politici e scrittori, una nuova visione, sperando che si continui a studiare, che si sostengano i nuovi studi e che se ne parli sempre con meno pregiudizi e con maggiore competenza.

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