Recensioni / Grande Milano, socialità con gli orti

Di là dalle mode più recenti, il variegato e diffuso fenomeno degli orti urbani denota un forte potenziale paesaggistico, specialmente se indagato alla grande scala, metropolitana e oltre. Rivelandosi a un tempo strumento di lettura e occasione di sperimentazione proprio per il suo accompagnarsi al processo di espansione e risacca che incrocia, spesso oltre i confini amministrativi, periferie e conurbazioni del territorio, infrastrutture di collegamento, vie d'acqua, spazi incerti delle campagne urbane, nonché tutta la serie di usi sociali e pratiche abitative e di vita che vi si dispiegano. E, proprio incrociando la dimensione territoriale estesa con l'osservazione da presso della specifica realtà di singolari orti e ortisti, muove lo studio promosso da Italia Nostra e dal Centro per la Forestazione Urbana Boscoincittà dedicato da Mario Cucchi, Daniela Gambino, Antonio Longo e altri a La città degli orti. Coltivare e costruire socialità nei piccoli spazi verdi della Grande Milano (Quodlibet, pp. 204, € 28,00). Propriamente intesi alla produzione e al sostentamento alimentare o colonie di recinti destinate a ospitare eterogenee pratiche d'uso, spontanei o disegnati, pianificati o irregolari, differenti per tipologie, dimensioni, coltivazione, gli orti figurano comunque come elemento connettivo nella fitta trama di opportunità e contraddizioni e nella fluida compresenza e permeabilità di usi e funzioni che sprigionano: spesso in aree degradate e marginali, sul crinale tra precarietà e abbandono, accoglienza e cura, risultano occasioni di recupero e rigenerazione, di socialità che incrocia un'utenza variabile. Coltivando oltre agli ortaggi, attitudini e passioni. Dallo svago al gioco, dalla formazione al supporto terapeutico, dal giardinaggio all'educazione alla tutela dell'ambiente, verso una cura condivisa della città e del territorio, in una sperimentazione sempre aperta a istanze nuove, sul filo delle stagioni, come l'orto, sempre in evoluzione.