Attraverso una eco-rigenerazione e una terapia del paesaggio per coniugare natura e benessere, un gruppo
di studiosi, principalmente architetti, ha indagato i grandi
spazi della zona collinare ancora poco valorizzati, ricavandone diversi lavori ultimo dei quali è #Curacittà Napoli (Quodlibet, pagine 312, curo 26) a cura
di Pasquale Miano e Adriana
Bernieri. L'idea è di fare rete tra
«una serie di "luoghi della cura"
compresi tra il parco di Capodimonte e quello delle Colline, per
mettere in relazione i quartieri
a nord di Piscinola, Scampia e
Chiaiano con quelli a sud di Materdei e Sanità», scrive nella prefazione la coordinatrice del progetto Alessandra Capuano. A fare da cerniera di connessione è
il vallone san Rocco, «infrastruttura naturale».
Individuata questa nuova
area di circa 1700 ettari, con due
ingressi, uno a Sud a via Foria
tra l'Orto botanico e l'Albergo
dei poveri, uno a Nord nell'area
del parco di Scampia e delle Vele in fase di abbattimento, la
proposta è quella di attivare
«percorsi di mobilità dolce, spazi per lo sport e il tempo libero,
strutture per il benessere e la cura, concependo un grande e articolato sistema in grado di rigenerare l'intera area metropolitana riqualificandola in modo innovativo secondo stili di vita attivi, ludici e salutari». Per Miano
«natura pubblica, infrastruttura abitata, nodo di salubrità sono state le parole-chiave della ricerca. I grandi spazi aperti della
collina possono costituire un
grande insieme urbano nel quale sperimentare nuove logiche
d'intervento in grado di coniugare salubrità e natura. E necessario superare l'idea di luogo salutare isolato o mal collegato».
Se per la rigenerazione della Sanità il percorso sembra avviato,
grazie all'opera di singoli coraggiosi e tenaci come padre Antonio Loffredo (tra gli autori del libro), il vallone san Rocco, secondo Biagio Cillo, si configura come «una significativa e inespressa potenzialità. Si deve però essere ben consci che il vallone è
stato "scoperto" molte volte,
senza che vi sia stata la consapevolezza delle volte precedenti».
Per il resto oltre ad ampie zone di vegetazione selvaggia, si
trovano masserie che testimoniano l'antica vocazione agricola dell'area, grandi complessi religiosi alcuni dei quali abbandonati, strutture ospedaliere funzionanti dal Policlinico al Cardarelli, al Monaldi e al Cotugno, o
dismesse come il complesso
dell'ex ospedale psichiatrico del
Frullone. «In alcuni casi, il percorso può trasformarsi in un insieme di percorsi, in grado di
coinvolgere luoghi, spazi ed elementi della città, spesso non collegati, non facilmente utilizzabili, non relazionati, dimenticati,
abbandonati. In altri, il percorso esiste già e il progetto ne propone il recupero», scrive Miano.
Da riqualificare, per esempio,
salita Scudillo, «una riserva naturalistica e faunistica di notevole importanza», e il tratto
compreso travia Tenore e l'area
del complesso di santa Maria degli Angeli alle Croci, attuale sede del dipartimento di Medicina
veterinaria della Federico II e
dell'ex-studentato Miranda, da
decenni abbandonato.