Continuano le riproposizioni dell'opera di Ginzburg, questa volta affiancato da Prosperi per un carotaggio su un testo e un tema controverso, anche nelle modalità metodologiche. Negli anni '70 i due proposero ai propri studenti dell'Università di Bologna un'analisi seminariale di un testo chiave per comprendere l'aspro periodo delle guerre di religione tra cattolici e riformati in Italia nel secondo Cinquecento, quel Beneficio di Cristo che forse si ricorderanno i lettori della prima fatica di Wu-Ming (all'epoca Luther Blissett), il mai superato Q, che diede inizio a una nuova variante di romanzo storico negli anni '90, poi ampiamente teorizzata e rodata, fino a mostrare la corda. Il problema è sempre quello, cruciale, della giustificazione per fede, ovvero la trascurabilità delle opere in terra Quodlibet Cado Ginzbuis Adriano Prosperi Giochi di pazienza un seminario ml Bnn cio6Gisa per ottenere la salvezza, che tanto inquietava i cattolici arroccati sulla difensiva durante e dopo l'esperienza tridentina che darà origine alla cupa — ma sfaccettata — età della Controriforma. Gli autori, seguendo le piste, le intuizioni e gli errori dei propri studenti, si lanciano in una sorta di epopea filologica, scandagliando il testo — allegato in coda — e interrogandolo su tutti gli aspetti. L'idea di mettere in scena il processo del lavoro storiografico — e non solamente il risultato, le considerazioni finali — fu dirompente e anche criticata. In parte, si può considerare un antenato (nobile) delle derive narrative odierne. Non è però l'aneddotica biografica, come oggi, a farla da padrona, anzi: la prosa, pur piacevole, è scabra e rigorosa e i necessari momenti "tecnici" si alternano a spine nel fianco della riflessione, e non solo religiosa. Bello dunque rileggerlo ora, godersi le minuzie della retorica cinquecentesca, nonché l'avventuroso sgocciolare delle idee, anche dalle vasche più stagne.