Detto fra noi: chi affonderebbe
il cucchiaio a cuor leggero nella torta
mussoliniana che si vede qui sotto?
E sempre con la medesima sincerità,
quale genere di ripugnanza prevale
alla vista: gastronomica, estetica o politica?
Un'ora segnata dal trash batte nel cielo della
nostra patria, l'ora degli interrogativi trascurabili.
Nel corso della piccola e malinconica cerimonia
d'addio per un funzionario del quarto municipio
di Napoli che se ne andava in pensione, sul dolce
littorio si staglia la dedica del consigliere
di Fratelli d'Italia: "Al caro Nunzio Vitolo da parte
di Enzo Morra". Se si allarga il tavolo,
si vedrebbero una mesta tovaglietta, bicchieri
e salviettine di carta, bottiglie di spumante.
Un piccolo filmato dall'audio incerto completa
il format mostrando come ai quattro angoli della
torta una improvvida mano ha poi acceso delle
pirotecniche stelline tipo fuochi fatui, col risultato
di rendere il tutto ancora più respingente - anche
se Vitolo magari l'ha gradito.
È la seconda torta mussoliniana che i social,
inesauribile deposito di evolute regressioni pop,
offrono al loro frammentatissimo pubblico
suscitando flebile scandalo, vane proteste, irrisorie
deplorazioni. Sempre
a Napoli nel 2019 un altro
fratello d'Italia, il consigliere
comunale Marco Nonno,
aveva festeggiato con il dolce
duce, anche se in quel caso a
colori e in uniforme militare
con opportuni impennacchiamenti, nastrini,
medaglie e aquila imperiale dorata sul cappello - a
noi! Uguale l'ambientazione a parte un bimbo, il
figlio di Nonno, raffigurato su siti e giornali col
volto ricoperto di pixel.
L'anno prossimo saranno cent'anni dalla marcia su
Roma, e chissà quante altre trovate. Sembreranno
uno scherzo postumo o una vendetta di qualche
avanguardia artistica del secolo scorso, comunque
un trionfo kitsch (altamente consigliabile il
volumone a cura di Marco Belpoliti e Gianfranco
Marrone per Riga 41 e Quodlibet). Nel frattempo si
segnalano i soliti gadget, calendari e bottiglie di
vino dedicate al fondatore del fascio; a Senigallia
dei tizi si sono fatti fotografare a cena con un
manifesto del duce a capotavola; l'assessora
all'Istruzione del Veneto ha cantato Faccetta nera
alla radio e tre consiglieri comunali di Cogoleto
hanno espresso il loro voto facendo il saluto
romano.
Dilemma: sta davvero tornando il fascismo o
magari è la sua stessa memoria storica che si sta
autodegradando a marchio e consumo di serie B?
Tutto inghiotte l'immaginario dell'irrilevanza
stralunata. Nel disinteresse generale Alessandra
Mussolini ha da poco annunciato l'addio alla
politica. Aveva già aperto una
pizzeria a taglio, ballato con
passione a Rai l e concesso
alla Zanzara la ricetta
famigliare della vera torta
del duce, con le pesche
sciroppate sopra.