Recensioni / Il poeta maledetto messo a nudo

«Per Superare il crollo di nervi causato dal molto lavoro, purtroppo ho cercato scampo di nuovo nel cloroformio. L'effetto
è stato terribile... Mi oppongo alla tentazione di continuare a calmarmi con mezzi del genere perché vedo la catastrofe troppo vicina». Così si confessa Georg Trakl nella prima lettera conservata, probabilmente scritta sul finire dell'estate 1905, in cui intuisce, appena diciottenne, il disastroso destino che lo minaccia. Il poeta maledetto sarebbe morto per intossicazione da cocaina, forse suicida, il 3 novembre 1914 nell'ospedale militare di Cracovia, dopo gli orrori della battaglia di Grodek cui è dedicato il suo ultimo componimento.
Con il titolo Gli ammutoliti, tratto dall'omonima poesia, Clio Pizzingrilli raduna la drammatica serie di missive, le poche rimaste, in cui Trakl mette involontariamente a nudo se stesso e le ragioni esistenziali della sua poesia, rivolgendosi ai pochi estimatori: l'amico Erhard Buschbeck, l'editore Kurt Wolff, il direttore della rivista Der Brennere e suo patrocinatore Ludwigvon Ficker, Karl Kraus, Ludwig Wittgenstein (che delle sue poesie dirà: «Non le capisco; ma il loro tono mi rende felice. È il tono dell'uomo veramente geniale»). Una documentazione cruda e palpitante, basata sull'edizione di Walcher Killy e Hans Szklenar (Otto Müller Verlag, 1969; seconda edizione ampliata,1987), in attesa della nuova edizione storico-critica in corso presso il Brenner-Archiv (Stroemfeld,1995).
Essa rivela la lacerata personalità del poeta: una psiche provata dagli eccessi con il sesso, l'alcol e le droghe, tormentata per l'incesto con la sorella Gretl, eppure così sensibile e tesa da esprimere una lirica che è tra le più terse e vibranti della letteratura tedesca contemporanea. Il carteggio ce ne indica il "posto nella vita", inducendoci a pensare che la biografia dell'artista sia soltanto un aneddoto dietro il quale si nasconde la sua vera personalità.