Recensioni / Le regole dell’orto perfetto: a casa nostra

L'anno scorso ci siamo scoperti ortisti o giardinieri (19 milioni di italiani, 3 in più rispetto al 2019; Nomisma), il primo lockdown essendo caduto giusto in tempo per zappare e seminare. Quest'anno si vedrà se trattavisi di flirt o amore. E al contrario dell'amore, per cui vigono regole di pubblico pudore, l'orto si può fare davvero ovunque.
Matteo Cereda, nel suo Mettete orti sui vostre balconi, giura che basta una vecchia scarpa (a patto di garantire il drenaggio). Ma quando le radici si allargano, la pianta cresce, scarpa o vaso non bastano più — size matters — e bisogna cercare l'orto urbano più vicino.
Non è difficile: Milano è il secondo comune agricolo d'Italia, con 2600 ettari di zone coltivabili su poco più di 18mila complessivi. Ci sono gli orti condivisi gestiti dalle associazioni, come quello di Legambiente in via Padova o di Niguarda, che da pochi giorni ha ripreso le attività al motto di "te ghe i gamb de seler" — cioè hai le gambe come il sedano, agili — e tra marzo e aprile inizierà a costruire le serre cofinanziate dal Comune. Il costo della tessera è di 10/30 euro. Alla Cascina di Sant'Ambrogio a Ortica, gestita da CasciNet, le ottanta file di orti sono invece affidate a un centinaio di persone: ognuno ha il suo spazio ma si punta su cooperazione e condivisione della fatica, oltre che dei risultati.
Uno studio di Politecnico, Italia Nostra e Fondazione Cariplo ha mappato e analizzato gli orti dell'area metropolitana (e di sette comuni monzesi toccati dal canale Villoresi) tra 2016 e 2018: la ricerca è stata da poco pubblicata nel libro La città degli orti (Quodlibet). Si contano 933 colonie di orti, per 2 milioni e mezzo di metri quadri di terre, con una produttività media annua di poco più di 2 chili di ortaggi al metro quadro per un orto amatoriale, quasi cinque per uno gestito in modo professionale.
Poi gli orti comunali, assegnati tramite bandi divisi per municipio (prossimamente, sul sito del Comune). Il costo medio di affitto è di 60-80 euro l'anno, e viene data priorità a cittadini a basso reddito, disabili, anziani e disoccupati. Sul cancello di ogni orto c'è il nome di chi lo gestisce, sono vietati ogm e pesticidi.
Ci sono anche spazi occupati abusivamente, come in via Missaglia. Qui solo il signor Mario Donadio è riuscito — con lunghe trattative — a ottenere contratti da parte dei proprietari dell'area (Comune e Aler), per uso gratuito di tre associazioni (Compagnia dell'anello, Vicini di strada e I percorsi), mentre i suoi vicini sono tutti anziani ortisti abusivi, li da decine di anni.
Alcuni orti sorgono su terreni privati, come i 180 di via Chiodi, su un'area di 25mila metri quadri di proprietà dell'architetto Claudio Cristofani, tra i pionieri dell'idea e del business. Telecamere di sorveglianza, pozzo per l'acqua, parcheggio: l'affitto parte dai 400 euro annui e ci sono più di centocinquanta persone in lista d'attesa.
Infine, ci sono i 108 orti scolastici nel Comune di Milano, che hanno tolto agli insegnanti la possibilità di dire agli scolari negligenti una frase che troppo spesso abbiamo ascoltato: braccia rubate all'agricoltura?.