Recensioni / La scommessa psichedelica

Da un vecchio librino “Millelire” estraggo una cronaca. “Zero virgola cinque milligrammi di acido lisergico in soluzione. Tre gocce, un sorso. Si siede e aspetta. Sono le due del pomeriggio del 19 aprile 1943: il chimico Albert Hoffmann, 37 anni, da cinque impegnato in esperimenti sugli alcaloidi contenuti nella segale cornuta, ha appena ingerito la prima dose di Lsd della Storia. Aspetta e ancora non sa di avere appena socchiuso quella che Aldous Huxley, un decennio più tardi, avrebbe chiamato la porta della percezione. Ancora non sa che quella soluzione incolore – dietilamide dell’acido lisergico ottenuta per caso, provata per curiosità – vent’anni dopo avrebbe fatto il giro dei mondi, conquistato ragazzi californiani, musicisti anglosassoni, scrittori europei, sognatori viaggianti. Avrebbe creato ostinati cercatori di sé e grandi parole come Rivoluzione Psichedelica. A proposito, chi inventò il termine “psichedelico”? Fu Humphry Osmond (morto a 84 anni, il 6 febbraio 2004) a inventare quella parola usandola per la prima volta in uno scambio epistolare con Aldous Huxley. Perché ciò avvenne? Scrive Massimo De Feo: “Entrambi all’epoca concordavano sul fatto che il termine ‘allucinogeno’, usato in psichiatria per definire sostanze come l’Lsd e la mescalina, non rendesse giustizia degli effetti di quelle sostanze che producono un’ampia gamma di differenti stati di coscienza; e inoltre allucinogeno connotava in senso negativo qualcosa che invece aveva gran bisogno di studi scientifici innovativi e senza pregiudizi”.
Mi è sembrata utile questa premessa per dire di un libro pubblicato dalla casa editrice Quodlibet, intitolato La scommessa psichedelica e si avvale d’una bella copertina di Adarsh Balak: Acid test (2015) che raffigura tre birichini che versano taniche di Lsd nell’acquedotto di una città. Il volume è a cura di Federico di Vita. Nato a Roma, vive a Firenze. Ha scritto di cibo e gastronomia per il portale turistico regionale VisitTuscany.com e per Intoscana.it. Collabora con diverse testate: “Esquire”, “L’Indiscreto”, “Kobo”, “Dissapore”. È autore del saggio-inchiesta Pazzi scatenati (Tic, 2012), Premio Speciale nell’ambito del Fiesole 2013; e di “I treni non esplodono. Storie dalla strage di Viareggio” (Piano B, 2016).
Il libro è centrato sulla serie di domande che discendono da una dizione composta di due parole: Rinascimento Psichedelico. Cioè tutto quello che è avvenuto dopo la Rivoluzione Psichedelica che comportò moniti moralistici, divieti polizieschi, fraintendimenti scientifici, allarmi sociali. "Il Rinascimento c'è, la tendenza è innegabile", risponde Giovanni Battiston riportando quanto dice Alessandro Novazio Direttore del Centro di cultura contemporanea nell'ex birrificio Metzger di Torino, ideatore e coordinatore di PsyCoRe, una rete di studiosi cui si deve tra le altre cose la seconda edizione, conclusa il 13 dicembre 2020, degli Stati generali della Psichedelia in Italia,. Novazio: «Rinascimento psichedelico? Lo dimostra un dato: nel 2019 gli Stati Generali della Psichedelia prevedevano 40 interventi in una giornata e mezzo, quest’anno ne abbiamo avuti 80 in 4 giorni e abbiamo dovuto dire molti no. Si è avuta una sorta di fotografia dello stato dell'arte nella ricerca sugli stati altri di coscienza e psichedelia. Doveva far parte del Salone del libro di Torino, ma la pandemia ci ha costretto a cambiare l'agenda».
Ricordo che parecchi anni fa, nel 2006, fui invitato a un convegno intitolato “Lo sguardo di Dioniso” che si tenne a Perinaldo dove fra gli interventi ci fu quello di Gilberto Camilla che profeticamente avanzava un futuro che sembra adesso molto vicino. QUI Federico di Vita il curatore di La scommessa psichedelica interviene alla Radio Svizzera Italiana sul profilo del volume. Solo applausi? No. Pericoli ce ne sono e li ravvisa, ad esempio, in modo chiaro Andrea Betti fin dal titolo del suo intervento: Perché un Rinascimento non si faccia Restaurazione.

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