Cesare Pavese, a settant'anni dal
suicidio, continua a incantarci: lo
dimostra la mole di libri di e su lui
usciti tra 2020 e inizio 2021. Curata da
Valerio Magrelli, Mimesis ha pubblicato la tesi di laurea del 1930, unico
testo finora inedito: Interpretazione
della poesia di Walt Whitman è la ricerca degna di un dottorato del Pavese
americanista in erba. Einaudi, di cui
Pavese fu un pilastro e con cui pubblicò tutti i libri, ripropone sei romanzi e
tutte le poesie con copertine di Manuale Fior e introduzioni di Nicola
Gardini, Paolo Giordano, Domenico
Starnone, Donatella Di Pietrantonio,
Wu Ming, Tiziano Scarpa e Nicola Lagioia. Altrettanto accattivante è la veste grafica degli Oscar Moderni Mondadori curati da Antonio Sichera e
Antonio Di Silvestro di Paesi tuoi, La
casa in collina, La bella estate, La luna e
i falò e Dialoghi con Leucò. Newton
Compton ha affidato a Paolo Di Paolo
le edizioni integrali (e cos'altro?) di La
luna e i falò, La casa in collina e i capolavori, mentre Rizzoli a Laura Nay e
Chiara Tavella Prima che il gallo canti e
a Enrico Mattioda La luna e i falò, proposto anche per ragazzi e adattato un
po' eccessivamente da Tunué in una
graphic novel scritta da Marino Magliani, disegnata da Marco D'Aponte e
introdotta da Marta Barone. Infine,
Feltrinelli ha affidato a Salvatore Ritrovato i Dialoghi con Leucò e a Stefano
Scioli La luna e i falò mentre Adelphi
ha stampato i Dialoghi con Leucò con
una conversazione tra Carlo Ginzburg
e Giulia Boringhieri (dal cielo Vita
Nova del Salone del Libro). Passando
ai libri su Pavese, Francesca Belviso
ha curato il Taccuino segreto, il testo
più controverso di Pavese (introduzione di Angelo D'Orsi, testimonianza di
Lorenzo Mondo). Fu Mondo, dopo
averli scoperti, a pubblicare sulla
Stampa nel 1990 questi appunti privati in cui il Pavese amico degli antifascisti mostra un inspiegabile apprezzamento per il nazismo, che Belviso e
D'Orsi giustificano con una semplicistica influenza culturale nietzschiana.
Minimum fax ripropone Il `vizio assurdo". Storia di Cesare Pavese (prima edizione 1960), una biografia che fa discutere da anni: l'autore Davide Lajolo
sembra essersi inventato alcuni dettagli, ma la postfazione di Andrea Bajani definisce il suo libro "gesto illuminista" per conoscere l'uomo oltre lo
scandalo del suicidio. La professoressa Mariarosa Masoero ha aggiunto un
altro tassello ai suoi studi pavesiani
con Noi non siamo come i personaggi dei
libri (Edizioni dell'Orso), corrispondenza del 1949-50 tra Pavese e Nicola
Enrichens, direttore didattico a Santo
Stefano Belbo;; Riccardo Gasperina
Gerani ha analizzato Pavese andando
a ritroso nel tempo in Cesare Pavese
controcorrente (Quodlibet); la rivista
Tieon Ire pubblicherà a breve il numero Cesare Pavese, il racconto tra razionale e irrazionale. A diffondere la conoscenza di Pavese contribuisce soprattutto la Fondazione a lui intitolata, al
paese natale di Santo Stefano Belbo:
dopo la proiezione al Premio Pavese
di ottobre del documentario "Cesare
Pavese. L'uomo" con interviste alla nipote dello scrittore, su YouTube il format "Io vengo di là" ci porta nei luoghi
pavesiani. Il direttore della fondazione Pierluigi Vaccaneo ha pubblicato
per Giulio Perrone A Torino con Cesare
Pavese, un viaggio alla scoperta della
Torino pavesiana attraverso le cinque
"isole di un viaggio omerico senza ritorno": la città, il Mito, la donna,
l'America e le Langhe.