Nel vasto mondo proliferano
religioni le più bizzarre. Graziano Graziani, critico e autore teatrale, ne ha
fatto una sorta di inventario il Catalogo delle religioni nuovissime (Quodlibet, 408 pagine, 17 euro) censendone
42 anche se pare ne circolino molte di
più. A volerne cernere qualcuna non
c'è che l'imbarazzo della scelta. Potremmo cominciare con i pastafariani,
vale a dire i seguaci del Pastafarianesimo, una «religione» fondata nel 2005
che crede che la vita e l'universo siano
stati creati da un groviglio di spaghetti
che somiglia a un cervello, con due
occhi e due polpette incastonate nel
«corpo». C'è poi la cosiddetta Chiesa
del SubGenio.
«Tale Chiesa distingue l'umanità in
due progenie, quella dei SubGenii, che
possiedono lo «slack», e quella dei normali, i cosiddetti «pink», che sono semplici umani, affitti dal cosiddetto Fattore Ovino (che tende a fare degli umani
un docile gregge) - scrive Graziani. I
SubGenii, invece, appartengono a una
razza postumana: nella fattispecie sono gli eredi dell'estinta razza degli yeti,
o almeno hanno un po' di sangue in
comune con loro. Ma, soprattutto, sono coloro che non si lasciano incantare
dalla Grande Cospirazione». Siamo insomma al cospetto di una religione
una volta tanto non destinata a un popolo di eletti ma a persone dichiaratamente anormali.
Da non trascurare la comunità dei credenti nell'Invisibile Unicorno Rosa.
Questa confessione è nata il 23 aprile
del 2011, domenica di Pasqua. Al posto
di Gesù Cristo, tuttavia, ai suoi adepti
sarebbe apparso un Unicorno. Di qui il
nome della setta.
C'è una pietra d'inciampo, tuttavia,
che desta non poche perplessità. L'Unicorno Rosa è per definizione anche
Invisibile. Ciò vuol dire che siamo al
cospetto di una evidente epifania incorporea. Un ossimoro inquietante e difficilmente spiegabile. Andiamo avanti.
«Praticamente tutte le religioni si basano sul principio dell'armonia -osserva
Graziani -. Molte hanno come fine ultimo l'estinzione del turbinio confusionario che la vita terrena rappresenta,
attraverso il ricongiungimento al Nirvana oppure venendo ammessi a godere
della Gloria del Signore, che per Tommaso d'Aquino coincideva con il «motore immobile" aristotelico". C'è una
sola eccezione: il Discordianesimo
(dalla Dea Discordia).