Recensioni / Così Hofmannsthal scriveva all'amico del cuore

Vorrebbe diventare «molto famoso», saper andare bene a cavallo, parlare bene l'italiano, camminare e parlare in modo elegante, da vero gentleman: queste le aspirazioni di un giovanissimo e già noto poeta, espresse in modo semplice, un po' puerile, al suo «amico del cuore». Hugo von Hofmannsthal scrive al guardiamarina Edgar Karg von Bebenburg aprendogli il suo animo senza riserve: gli confida le sue gioie, le sue sofferenze e insofferenze – come quella per lo studio della giurisprudenza –, le sue sensazioni; ed è proprio questa schiettezza e l'immediatezza dello stile a rendere preziose queste lettere scritte a Edgar Karg negli anni 1892-1895 e ora tradotte in Italia, che danno un ritratto inedito, «dal vivo», del grande poeta.
La corrispondenza con l'amico è per lui motivo di riflessione sul rapporto fra arte e vita, sulla funzione delle parole «che sono un mondo a sé stante», sulla sua stessa natura di poeta: è poeta perché sente il bisogno di «abbellire e interpretare poeticamente ciò che altrimenti è scialbo e volgare», scrive Hugo appena diciottenne all'amico. Con Edgar, così affine a lui ma anche così diverso per natura e scelta di vita, egli ha un rapporto autentico che lo aiuta a uscire dal suo isolamento. I due giovani si erano conosciuti in villeggiatura, al Wolfgangsee, nell'agosto del 1892: da allora rimasero in corrispondenza fino alla morte prematura di Edgar, nel 1905 .