Recensioni / Che cos’è la giustizia?

ll ritrovamento, in forma dattiloscritta e priva di intitolazione, di due lezioni sulla teoria pura del diritto, la traduzione della registrazione audio della lezione tenutasi presso l’università californiana di Berkeley con la quale Hans Kelsen (1881, Praga, Repubblica Ceca – 1973, Berkeley, California, Stati Uniti) a 70 anni suonati si congeda dall’insegnamento universitario, e quella di una seconda lezione tenuta dal filosofo sempre a Berkeley nel 1962 ritrovata fortuitamente nel 2013 stanno alla base del volume curato dai due docenti di filosofia del diritto Paolo di Lucia e Lorenzo Passerini Glazel. L’argomento oggetto del volume e la densa trattazione, ostici per certi versi, sono sempre di bruciante attualità, nei contesti oltremodo complessi del mondo d’oggi. Afferma Kelsen in apertura della prima delle due citate lezioni: “Che cos’è la giustizia? Questa sembra essere una di quelle domande per la quale v’è la rassegnata consapevolezza che l’uomo non potrà mai trovare una risposta definitiva, ma potrà soltanto cercare di formulare meglio la domanda.” e significativamente, in chiusura della seconda lezione: “Ho iniziato questa lezione con la domanda: . Ora che sono giunto alla fine della lezione, sono consapevole di non aver risposto a questa domanda. […] Devo accontentarmi di una giustizia soltanto relativa, e posso dirvi soltanto che cosa la giustizia sia per me. […] per me la giustizia è quella giustizia sotto la cui protezione la scienza e, con la scienza, la verità e la veridicità, possono prosperare: è la giustizia della libertà, la giustizia della pace, la giustizia della democrazia – è la giustizia della tolleranza.” Una nozione di giustizia di grande rigore e respiro, quella dello studioso di origine ceca, una nozione che coinvolge i valori su cui dovrebbe fondarsi il vivere di tutti gli uomini sulla terra. Ricordiamo qui, di Kelsen, il solo dato biografico secondo cui a causa dei problemi che gli derivano dalle sue origini ebraiche, nel 1940 egli, come altri intellettuali e accademici del vecchio continente, decide di lasciare l’Europa per raggiungere gli Stati Uniti. L’interrogativo kelseniano iniziale non rimane dunque insoddisfatto; sul piano dei più profondi meandri della dottrina pura del diritto spinge semmai il semplice lettore o il ricercatore a confrontarsi di volta in volta con i concetti di determinismo e indeterminismo e con quelli che definiscono il principio di causalità vigente nei fenomeni naturali, con il principio di imputazione tipico della legge morale, con il problema del libero arbitrio, e cosi via. Tra le novità di questa seconda edizione del libro alcune revisioni nella traduzione delle lezioni, modifiche al saggio finale dei curatori del volume, l’utile indice analitico.