Da tempo si parla di un "rinascimento psichedelico". Nel
mondo anglo-sassone sono stati
portati avanti studi, raccolti fondi, creati centri di ricerca - indipendenti e universitari -, cambiate leggi, create reti e spazi di
dibattito e condivisione di esperienze e conoscenze. Da quest'anno, questo variegato "movimento" ha deciso di darsi una
data per celebrare tutto ciò: il
20 giugno.
La giornata, che cade a due
mesi da quella per la cannabis,
viene lanciata a mezzo secolo
dal famigerato discorso di Nixon
sulla guerra alla droga. L'appuntamento si propone di «sfidare
lo stigma e le barriere legali che
ancora inibiscono l'uso di medicinali vegetali e chiedere politiche su farmaci e terapie basate
su prove empiriche».
Il World Psychedelic Day vuole
«favorire una nuova era di prospettive sulle proprietà benefiche dei moderni composti psichedelici e delle antiche pratiche e medicine vegetali». La presentazione dell'evento sintetizza lo spirito del movimento: promuovere e proteggere linee di
pensiero, studio e usi che vengono da lontano, che camminano
sul confine labile tra scienza ufficiale e coscienza interiore e autoanalisi e che insistono sulla necessità di includere passato e presente per «espandere la consapevolezza e condividere la conoscenza».
Negli ultimi cinque anni in
tutto il mondo si sono moltiplicati incontri che hanno fatto
emergere la necessità di creare
ulteriori occasioni di discussione transnazionale con particolare attenzione al potenziale terapeutico degli psichedelici. Infatti, se assunte in un certo modo, o
accompagnate da piani psico-terapeutici, queste sostanze possono aiutare a curare malattie psichiatriche e concorrere in generale al miglioramento della qualità della vita. Di tutti.
Alle celebrazioni parteciperanno "scienziati di frontiera" e
ricercatori clinici, medici, imprenditori, genetisti, terapeuti,
sciamani, artisti, musicisti, autori, registi e "custodi" di piante indigene, oltre che attivisti dei diritti umani, per condividere conoscenze, esperienze e progetti.
E in Italia? Nella terra del Rinascimento questo ritorno degli
psichedelici stenta a prendere
piede in modo così strutturato.
Dalla fine del 1990 è attiva la Società Italiana per lo Studio degli
Stati di Coscienza che si propone come «sede aggregativa e di
diffusione delle informazioni sul
vasto e multidisciplinare campo
di ricerca sugli stati di coscienza».
Nel 2017 l'Associazione Luca Coscioni ha organizzato la prima
conferenza italiana con esperti
internazionali all'Università di
Torino e da tre anni Psy*Co*Re
ospita gli Stati Generali della psichedelia. Stanno nascendo gruppi d'interesse un po' dappertutto
mentre all'Università Roma Tre è
partito uno studio della sindrome dello spettro autistico con la
psilocibina sintetica. Il libro La
scommessa psichedelica (Quodlibet,
2020) è stato accolto entusiasticamente dalla critica.
Occorre fare di più, sia per
quanto riguarda la divulgazione
socio-culturale che per la promozione di studi e ricerche attorno
a tutte le sostanze psichedeliche. Ci sono esempi di successo
a cui guardare come la Multidisciplinary Association for Psychedelic
Studies (Maps.org) che in oltre 35
anni di advocacy e ricerche è riuscita a scardinare pregiudizi e
proibizioni arrivando a rivoluzionare il modo con cui si possono accompagnare con Mdma
percorsi terapeutici per i disturbi da stress post-traumatico.
Questo 20 giugno è una celebrazione per chi ha già fatto molto e uno stimolo a coordinarsi
sempre di più per chi vuole fare.