Recensioni / Cotignola, «Antropologia su foto e nastro» con la mostra «Monumento fiume»

«Vedere una persona che si aggira per il paese con una strada attrezzatura e dei microfoni può lasciare perplessi gli abitanti di una piccola città. Eppure, in quei giorni, Giovanni Lami stava documentando il “suono” della nostra città. A chi mi ha domandato a cosa serva una cosa del genere ho ribattuto chiedendogli se avrebbero trovato interessante ascoltare “il suono di Cotignola” di 50 anni fa. E in effetti, capire quello che abbiamo perso e quello che abbiamo guadagnato non solo è molto intrigante, ma pone questioni serie anche a livello di ambiente, inquinamento, comunità che evolve e qualità della vita. Senza contare l’enorme e splendido archivio fotografico sulla città di cui oggi il Comune è in possesso». Fa bene Federico Settembrini, assessore alla cultura di Cotignola, ad evocare il media fotografico insieme a quello sonoro, perché in effetti il racconto del passato lo demandiamo sempre alle fotografie. Ma anche i suoni di un ambiente facevano parte di quel mondo perduto, e così raramente conservato o immortalato.
La mostra «Monumento fiume», che domenica 10 ottobre inaugurerà prima all’ex Ospedale Testi e poi alla chiesa del Pio Suffragio è il culmine di un progetto artistico coordinato proprio dal Comune e da Settembrini in particolare, e che oggi non soltanto ha arricchito l’archivio fotografico del Comune di Cotignola, ma che appunto approda nell’esposizione di due fotografi (Michele Buda e Marco Zanella) negli spazi dell’ex ospedale, e nell’installazione sonora del predetto Giovanni Lami al Pio Suffragio.
«Posso dire di avere seguito passo dopo passo questo progetto - spiega Settembrini - e di averlo quindi fortemente voluto, ma nello stesso tempo si è sviluppato poco per volta, senza una premeditazione iniziale».

Questa mostra è l’esito di un percorso partito addirittura nel 2018, giusto?
«Sì, tutto nacque da una sorta di residenza artistica che in quell’anno proponemmo al fotografo di Parma Marco Zanella. Il progetto, commissionato dal Comune di Cotignola, era volto a documentare la vita, i luoghi e le trasformazioni del paese, che, quasi cancellato dalle mappe dopo la seconda guerra mondiale, è diventato una realtà molto vitale. Il titolo, Scalandrê, ovvero “essere fuori stagione” racconta bene la vita di questi anni. In mostra all’ex ospedale dal 10 ottobre ci sarà una selezione di circa 40 foto in bianco e nero tratte dal libro d’artista appena edito da Cesura Publish. La ricerca di Michele parte dal passato ma guarda al futuro, al domani di un mondo rurale colpito non solo dall’industrializzazione ma anche dalla guerra. Per di più Zanella ha operato anche nei momenti duri del lockdown, e anche per questo il suo lavoro si è protratto a lungo, fino ad oggi. Il suo archivio di un migliaio di scatti è patrimonio del Comune».

E il secondo fotografo, Michele Buda?
«Lui è in campo dall’inizio del 2021 e l’avevamo già coinvolto nella rassegna di contaminazioni tra video e musica “Radici”. Ha uno stile diversissimo da Zanella e Sul confine è il titolo della sua campagna fotografica, finanziata attraverso un bando nazionale. Michele è partito dal Senio, dai suoi argini rialzati che permettono di osservare tutta la pianura. Cotignola ha avuto un peculiare sviluppo urbano: verso Faenza le campagne e verso Lugo l’industria. Buda ha documentato tutto questo, avrà una trentina di scatti in mostra e anche lui ha in uscita un libro, su Quodlibet. Le foto sono incredibili, è ad esempio riuscito ad evocare la guerra tracciando una similitudine fra le tracce dei mezzi che ripuliscono gli argini dei fiumi e i cingoli dei carrarmati».

Il terzo artista coinvolto, Giovanni Lami, è invece un musicista elettroacustico. Uno che lavora sui «field recordings», documentando il suono degli ambienti e dei territori…
«Monumento Fiume è proprio la sua installazione al Pio Suffragio. Mentre Buda lo conoscevamo attraverso Selvatico, Giovanni ha collaborato al festival “Radici”. Con lui ci siamo chiesti come “suonasse” Cotignola in passato. A cosa non siamo più abituati? Quali rumori non notiamo più? Perché la cicala, che è oggettivamente fastidiosa, non la notiamo? Giovanni ha setacciato il territorio, raccogliendo i suoni delle fabbriche, della chiusaccia, della chiesa, della vendemmia, delle feste. Mettendo tutto insieme creiamo una mappa sensoriale del paesaggio. In estate abbiamo sottoposto alcune incisioni alle persone e ho notato che, pian piano, comprendevano la ricchezza del progetto, accorgendosi di quanti suoni non captiamo normalmente. La sua installazione sarà un loop sonoro di 20 minuti, con un foglio di sala orientativo. E poi come Comune produrremo un vinile di una sua elaborazione dei suoni cotignolesi. Nel progetto è coinvolto anche l’antropologo Riccardo Ciavolella, che ci ha fatto capire l’importanza di questa mappatura anche dei suoni per comprendere come evolverà il nostro rapporto coi rumori e quel particolare tipo di inquinamento. Pensiamo di aver lavorato ad una vera e proprio antropologia del suono e del paesaggio».

Michele Buda e Marco Zanella espongono all’ex Ospedale Testi, in via Roma 8. Giovanni Lami alla chiesa del Pio Suffragio, entrambi dal 10 ottobre al 9 gennaio. L’ex ospedale è visitabile giovedì e venerdì ore 15.30-18.30 e sabato e domenica anche 10-12; la chiesa tutti i giorni ore 16-19.