Recensioni / Ci voleva molta ironia per sopravvivere in Urss

Se c’è un tratto distintivo di molta letteratura russa del periodo sovietico è la grande ironia. Ironia che portava gli autori ad avere un successo direttamente proporzionale alle attenzioni della censura, per cui non appena un autore diventava popolare ecco che cadeva in disgrazia, le sue opere venivano considerate politicamente dannose e lui, calunniatore del popolo sovietico, finiva agli arresti. È la parabola di Michail Zoščenko che nei suoi racconti brevi descrive in modo dissacrante e irriverente i cambiamenti della società russa a partire dagli anni Venti. Racconti sentimentali e satirici (Quodlibet, pag. 374, 18 €) è un catalogo di sessantasei testi i cui protagonisti sono principi decaduti e capicaseggiati che temono denunce. Racconti alle volte lunghi e altre brevissimi che riescono sempre a far ridere, o sorridere, di quel riso amaro figlio dell’ironia spietata sulla miseria umana e la stupidità politica.