Weimar. Il visitatore di Weimar, la
cittadina della Turingia celebre per
essere legata a Goethe, viene
continuamente coinvolto nell'irradiazione del
grande poeta (come: Farmacia Goethe,
Trattoria Goethe, Pensione Goethe. e:infine
1'elegants casa di Goethe) Lo scrittore
ancorché di.F7rarncoforte, trascorse grani parte
della vita aWeimar, occupandosi non solo
delle sue opere letterarie, dal Wilhelm Meister
al Faust, dall'autobiografia Poesia e Verità al
Viaggio in Italia, ma anche delle strade,
dell'economia, del teatro,
dell'amministrazione, delle miniere e persino
delle divise dello sparuto esercito, essendo
stato nominato :dal sovrano del piccolo
ducato, CarlAugust, suo "consigliere' Segreto",
potremmo dire ministro, le cui competenze
crebbero sempre più, almeno nei primi undici
anni, dal 1775 nel 1786, del suo soggiorno, poi
ci fu il "congedo" per due armi in Italia. Alla
sua ombra si colloca Schiller, l'altro dioscuro,
come mostra il monumento di Ernst itietsehl
a loro dedicato, che ancor oggi costittiisce:l
centro della città, mentre alla terza grande
personalità dell'età d'oro weimariana, Johann
Gottfried Herder (1744-1803) è riservata
un'altra statua dello scultore Ludwig Schaller,
che mostra il filosofo con un libro su cui è
inciso il suo motto: Licht Liebe Leben (luce,
amore, vita), che racchiude il suo pensiero, la
sua intuizione e la stia storia. Era nato nel
1744 in un villaggio della Prussia Orientale,
che faceva parte dell'Impero russo, inn una
famiglia modesta, radicata nel pietismo
luterano, che connotò l'evoltzione del suo
pensiero. Ragav.zo promettente, poté studiare
nel 1762 a Königsberg,:ascoltando le lezioni
del Kant, "precritico' ed entrando in contatto
con un personaggio strano, misterioso,
Johann Georg Hamann,: che Goethe, che pur
lo venerava, definì «il mago del Nord» perla
sua scrittura rapso dica, :socratica, pietisticomagica. Herder doveva essere uno studioso
notevole, che già due
anni dopo nel 1764 lo
ritroviamo pastore
luterano a Riga e
anche molto attivo
nella pubblicistica
con interventi di
critica letteraria che
osavano mettere in
dubbio l'egemonia
illuministico
razionalistica Ma
non rimase a lungo
ché qualche anno
dopo intraprese,
come tutore dinobili,
un viaggio per mare
verso Nantes, che costituì lo spunto per tino
strano brogliaccio Giornale di viaggiò 1769
(tradotto solo nel 1997), che è uno
straordinario atto di liberazione mentale con
una scrittura che già inaugura la redenzione
st irineriana. E del resto l destino si moveva
in quella direzione: il viaggio fu interrotto per
delicate cure agli occhi a Strasburgo, dove
prese alloggio in una locanda in cui era sceso
uno studente di giurisprudenza: Johann
Wolfgang Goethe. Fu una stagione breve e
intensa di rivolta contro la retorica del
meccanicismo e del materialismo
razionalistico in nome di una rifondazione
della cultura tedesca ancorché aperta a
Rousseau e a Diderot, che Herder aveva
incontrato a Parigi. Il teologo assai
indipendente prosegue le sue ricerche
sull'origine del linguaggio. Il linguaggio — non
a caso era pastore — diventa il centro della sua
riflessione: ché «in principio era la parola» e la
parola è l'atto del pensiero vivente, cosciente
che si manifesta, ma deve ritrovare la purezza
originaria, scevra dalle sovrastrutture
culturali. In questa ricerca Herder giunge
appunto all'origine del linguaggio che lui
intravede nella poesia e considera— con
un'intuizione azzardata, ma fascinosa la
Bibbia come «il più antico docuínento del
genere umano». Per lui poesia, filosofia,
antropologia e teologia s'intrecciano con una
intensità mai sperimentata prima. Goethe
intanto era a Weimar e suggerisce al Duca di
avvalersi della collaborazione di Herder che,
infatti, diventò la principale autorità religiosa
dello Stato; dove :rimase fino alla morte salvo
anche lui (come Goethe) intraprendere il
quasi obbligatorio viaggio in Italia, che però
non 10 entusiasmo. La sua riflessione
proseguiva sul tema della lingua quale
esperienza fondante della:civiltà e della
società; la lingua era l'esperienza aurorale che
si dava all'uomo per Interagire con il divino.
Su tali ricerche si muove l'intenso, recente
saggio di Giancarlo Paolucci, "Vieni! Guarda e
senti Dio". Teologia performativa in Herder
(Quodlibet), che si. sofferma sul problema
fondamentale della riflessione herdernana
incentrata sul transito dalla sensazione verso
il pensiero che si accendeell'impegno della
concentrazione cosciente per dar vita al
pensiero, per "spiare" il pensiero che pensa se
stesso e che così s'illumina e si apre all'amore
e alla gita Licht, Liebe, Leben.