Recensioni / Le essenze di Borghesi e la rosa di Caproni

Non è certo un libro facile da recensire, è invece facile, confortante, depurante leggerlo senza particolari intenzioni e scopi: il titolo è Fior da fiore. Ritratti di essenze vegetali (Quodlibet, pagine 311, euro 22), l'autrice è Angela Borghesi e le illustrazioni sono di Giovanna Durì. Introducendo i suoi scritti vegetali, le sue letterarie e scientifiche devozioni a fiori, alberi e piante, Angela Borghesi dice che il loro movente è stato il "diletto", che «condividere il diletto è una delle esperienze più grate che ci possano capitare» e che «soffermarsi a considerare il mondo vegetale è una misura di pulizia mentale oggi più che mai opportuna». Il nostro pianeta non riesce più a respirare e perché un'aria più pura possa riprendere a circolare ci sarà bisogno di piantare alberi a milioni, a miliardi, affinché ci sia nel nostro mondo almeno un albero per ogni essere umano. Raramente, purtroppo, i moralisti sociali si occupano di vita vegetale: hanno l'impressione che occuparsi di foreste, di boschi e giardini sia un'evasione signorile, elegante ma elusiva di doveri più sostanziali. Se giudicano in questo modo, si lasciano sfuggire che, come diceva Hoelderlin, il più grande e ispirato poeta tedesco, ogni cosa è connessa con tutto e i silenziosi alberi e fiori, se guardati e contemplati, conosciuti e riconosciuti giorno dopo giorno, ci insegnano una pace, una mitezza, un'assenza di smanie, un bisogno mentale e fisico di percezioni, di lentezza e silenzio che solo la vita botanica riesce a trasmettere. Fior da fiore è un libro che mi terrò vicino e che regalerò come un esempio di letteratura singolarmente non effimera, controcorrente, educativa, contemplativa. Angela Borghesi ha studiato a fondo autori come Elsa Morante, Anna Maria Ortese, Giacomo De benedetti, e dimostra di essere anche lei una scrittrice. Il libro, oltre a descrivere e interpretare piante, è un'antologia di testi poetici che aiutano a capire le "essenze vegetali", la loro realtà sensibile o nascosta e i loro poteri. Tra i poeti citati ci sono Szymborska e Biagio Marin, Patrizia Cavalli e Franco Fortini, Goethe e Sereni, Montale e Milosz, Brecht e Blake, Emily Dickinson e Giorgio Caproni, quest'ultimo con le sue famose e provocanti rime dice: «Buttate pure via / ogni opera in versi o in prosa. / Nessuno è mai riuscito a dire / cos'è, nella sua essenza, una rosa».