Recensioni / L'amore somiglia a un attaccapanni

Un curioso effetto collaterale dei libri di Ugo Cornia è che dopo averne finito di leggere uno ti viene voglia per un tempo  che varia da persona a persona ma io direi almeno mezz’ora che non è né tanto né poco di parlare come lui, di scrivere come lui soprattutto di pensare come lui, in quel modo disarmante e ininterrotto infantile e disperato che alla fine ti sembra che non usi nemmeno le virgole invece le usa e c’è qualcosa insomma in questo modo di descrivere le cose che rende il racconto di uno che non trova il parcheggio in un ipermercato la verità filosofica più alta sulla nostra vita mai sentita da molto tempo in qua, proprio una verità definitiva anche se non sai bene ancora quale. Ci sono quelli che lo trovano irritante e quelli che dicono meraviglioso come succede a tutte le cose che non stanno a bagnomaria nel tiepido e anche a me leggendolo è successo di dire bè insomma e certe altre accidenti che genio specie quando si mette a parlare di tristezze che poi è il titolo del libro Sulle tristezze e i ragionamenti e dice che è una questione che andrebbe discussa a livello nazionale se uno ha il diritto di tenere le proprie tristezze per sé perché la propria tristezza va tutelata con amore che già c’è tutta quella luce d’estate che si infila dappertutto si infiltra nell’umore e addio tristezza.
Più di tutto però mi è piaciuto quando spiega che l’amore è come un attaccapanni che l’innamoramento per la persona da cui corri e ci scopi tre volte al giorno in realtà non è amore per quella persona che noi non sappiamo nemmeno chi è solo che la riempiamo con tutti i nostri desideri e quindi in realtà non siamo innamorati di lei ma dei nostri desideri. Invece la persona che ami che è magari la madre dei tuoi figli e ci sei abituato a volere il suo bene e magari entri in casa e non ti accorgi che c’è e se gli chiedi di farti tre pompini di fila ti dice sempre al massimo uno ma proprio se ti va di lusso ecco quella persona è come un attaccapanni che ti accorgi che non c’è se appendi il cappotto e ti casca per terra e dici oddio l’attaccapanni.