lisse liberato. Equesta l'impressione finale generata dalla
lettura di "Ulisse, o
dell'Amore", edito per Quodlibet Studio Lettere, di Carlo
Londero, ricercatore all'Università di Udine, studioso di filologia d'autore e di poesia
contemporanea.
Per "Ulisse" non s'intende
qui il personaggio Odisseo,
ma la poesia di Umberto Saba
che reca nel titolo il nome
dell'eroe greco. E quell'impressione di fine della prigionia non è data dalla liberazione dalla costrizione di Polifemo o di qualche sortilegio. E
la poesia "Ulisse" ad essere liberata, attraverso il percorso
di Lond ero, dalle catene di etichettature e interpretazioni
che hanno voluto vedere in
ogni verso lo specchio della vita del poeta per «smania di
biografismo». L'identificazione tra Ulisse e Saba sarebbe divenuta un limite. E allora ecco l'intento di questo nuovo
approccio critico: «Vorrei trarre la poesia da quel vicolo cieco e cercare di reimmetterla
sulla strada che le è propria...
Scostare Ulisse dalle precedenti letture parziali». Raffinata e al contempo schietta è
l'analisi di Londero che offre
insieme anche una sottesa riflessione sulla critica letteraria, sui suoi pericoli determinati da giudizi preconfezionati, ma anche sul suo fascino e
la sua ricchezza. E allora "la
critica della critica" diventa
un nuovo approccio: «A mio
parere letteratura e biografismo hanno poco a vedere l'uno con l'altra». Semmai la vita del poeta è filtrata per «divenire e dire altro». Da questa
Umberto Saba in un ritratto realizzato da Nico Naldini
constatazione ha inizio la
"Lettura della poesia di Umberto Saba", come annuncia
il sottotitolo del libro, che si
avvale degli strumenti critici
della filologia, della stilistica
e della metrica.
Compie 100 anni di vita "Il
Canzoniere", che contiene il
gruppo poetico "Mediterranee" pubblicato 75 anni fa e
confluito poi nell'antologia.
"Ulisse" è la poesia che suggella la raccolta, «il libro di una
vita».
Londero propone un viaggio nell'apparato critico e nelle varianti testuali, il farsi della poesia nella cronistoria di
"Mediterranee", un accostamento tra la struttura lirica di
Saba e quella di Petrarca. E se
la critica ha individuato la
consueta ripresa omerica e
dantesca nei versi di "Ulisse",
lo studio di Carlo Londero, superando l'interpretazione
offisseica e avventurosa, svela la metafora erotica della
"navigatio vitae". La sicurezza del "porto", che è anche
compimento e fine, non viene
raggiunta dall'io, sospinto ancora dalla "giovanezza" che
lo trascina "al largo". Naviga
l'io, incessantemente innamorato, sotto i colpi della passione che turba, non si assopisce
e non dà mai completo appagamento. Da qui, il titolo del
libro "Ulisse, o dell'Amore"
che si legge mentre ritorna l'eco dei versi di Saba: «Il porto
/accende ad altri i suoi lumi;
me al largo / sospinge ancora
il non domato spirito, / e della vita il doloroso amore».
Il libro viene presentato oggi alle 11. 30 alla Libreria Einaudi di Udine. Con l'autore
dialoga il professore dell'Ateneo di Udine Rodolfo Zucco.
La lettura delle poesie è affidata a Cristina Benedetti.