Recensioni / VERA

Racchiuso da una copertina rigida di colore ocra il volume VERA. Roma, 8 spazi, 54 studi Rome, 8 spaces, 54 studios, edito da Quodlibet, è stato ideato da Damina Leoni con l'obiettivo di colmare una lacuna editoriale presente da anni nel contesto artistico romano: mappare gli spazi indipendenti e gli studi attualmente esistenti, la maggior parte dei quali nati dal periodo del lock down, ed evidenziare l'esigente bisogno di giovani e giovanissimi artisti di esprimersi liberamente.
Un corposo libro — reso possibile grazie al generoso sostegno di Alessia Bulgari e di Regione Lazio; Redbrick Investment Group; Azienda Agricola Boccea — Solaria; Immobiliare-ít; Paolo Bulgari; Calabresi Noleggio Autobus e Molto— consta più di trecento pagine e si contraddistingue per le molteplici immagini impiegate come perno centrale su cui ruotano i testi di Giuseppe Armodigia, Giulio Cedernee Damiana Leoni e le conversazioni tra Emma Rosi e gli artisti presenti nei siti menzionati.
Il titolo VERA è la declinazione plurale della parola latina `ber" traducibile come "primavere": espressione che denota la fioritura e la resistenza, in aree non centrali della capitale, di otto luoghi dell'arte germogliati dalla volontà di molti artisti di fare gruppo, di tornare a vivere e lavorare a Roma dopo anni di esperienze all'estero contribuendo al nuovo fermento artistico e arricchendo la scena contemporanea della città. Per conoscerli invito ad effettuare un percorso cittadino che partendo da Spazio in situ a Tor Bella Monaca prosegue con Post Ex a Centocelle, Officina al Quadrato, Numero Cromatico e /Ombrelloni a San Lorenzo, Paese Fortuna a Pietralata, Spazio Mensa nell'ex Cartiera Salaria, adiacente all'Aeroporto dell'Urbe, fino a CASTRO (Contemporary Art Studios Rome) che mette a disposizione di artisti italiani e internazionali degli studi nel cuore di Trastevere. Corredato da un'ampia documentazione fotografica realizzata grazie a quattro giovani fotografi — Eleonora Cerri Pecorella, Salvatore Nuzzi Marta Scotti e Mohamed Keita — due dei quali fanno parte di due degli spazi, il VERA, schiudendosi con un contributo di Luigi Ontani, è un invito a comprendere cosa ha spinto questi artisti a raggrupparsi e convivere, cosa significa attualmente far parte di una comunità nonostante le restrizioni, le disparità e le difficoltà imposte dalla pandemia e a collocare nuovamente Roma al centro del mondo artistico italiano, se non internazionale, dopo molti anni dì silenzio.