Aria di primavera, anticipata a Roma da una corolla di iáL iniziative che riguardano l'arte contemporanea. Nuove eleganti gallerie nel centro, un proliferare di spazi artistici collettivi e periferici tanto da spingere alla pubblicazione di un catalogo fotografico (Vera, ed. Quodlibet) che segnala 54 studi d'arte in diversi siti recuperati da cap.:. i oni. dismessi a Pietral. F , Quadraro, Centocelle, Tor Bella Monaca: la pur viva «città dolente». Ed ecco l'annuncio dell'ampliamento del Maxxi, il solido tempio del Contemporaneo nato dalla cessione, nel'97, di uno spazio militare al ministero della Cultura. Ora la Difesa cede un'altra manciata di metri quadri al museo ma - si noti - in cambio del restauro di un immobile dell'Esercito. Quanta resistenza, quanta fatica per prosciugare le caserme dalla città storica ancora occupata da immensi edifici militari diventai autentici ingombri pii lo svolgimento della vita civile. Dei protocolli per la dismissione dei casermoni quello che si è fatto è ben poco rispetto a quanto promesso. Per far sloggiare le stellette da Palazzo Barberini - infine diventato tin magnifico museo - ci sono voluti lustri. Dalle ceneri di magazzini militari è potuto nascere il Maxxi. Questi esempi dimostrano quali risultati si possono avere con il riuso di spazi con le mostrine. La Difesa si convinca: la guerra è finita. O meglio: si fa nei laboratori biologici. E dunque, ceda subito le caserme urbane senza lesinare.