Il 14 agosto del 1867 faceva caldo, ad
Atene; e l'aria del porto era così
I limpida che Mark Twain, armato di un
comune binocolo da teatro, dal
piroscafo poteva distinguere, colonna
per colonna, il Partenone. Ma provenivano da
Napoli; a Napoli c'era il colera; il comandante del
Pireo arrivò su una lancia a comunicare alla nave
che doveva andarsene subito oppure restare in
quarantena 11 giorni; si decise di far vela al
mattino verso Costantinopoli.
Vedere da lontano l'Acropoli era un tormento.
C'erano guardie al Pireo? Erano severe? Sì, la
polizia era spietata, si diceva. Alle undici di sera,
su una piccola lancia, Mark Twain con tre audaci
raggiunse terra, e risali verso l'Acropoli tra campi
di ortiche, non incontrando anima viva. In
compenso, svegliarono «praticamente tutti i cani»,
che si tennero dietro sempre abbaiando (a bordo
seguirono tutto il percorso in
base al baccano). Intanto era
uscita la luna e l'Acropoli sorse,
come zucchero raffinato (tutto
raccontato da Twain nel 1869 in
Innocenti all'estero, compresi
«i mascalzoni miscredenti e
altre canaglie piantagrane» che,
sui muli e carabine al vento, lo
inseguirono al rientro per aver
preso in un campo, perla sete,
«un gallone d'uva»; i cani del
Pireo erano intanto diventati
«mi I lecinquecento»).
inì bene; Twain si trovò a ammirare i cani di
Costantinopoli e a esecrare i suoi bagni turchi - il
mercato delle schiave circasse: non pervenuto. Ma i
veri patemi sorsero a Yalta; lo zar Alessandro II fece
sapere che lo avrebbe ricevuto nella sua residenza
estiva: come doveva comportarsi? L'ambasciatore
americano non era mai stato a corte; consigliava lo
smoking a code, guanti bianchi, e sorriso fisso. Lo
zar si rivelò alto e socievole («nello sguardo non c'è
l'astuzia di Napoleone III di Francia»: una parola
dell'umorista del Missouri TWain spesso vale un
trattato di storia); le donne della famiglia imperiale,
in mussoline bianche, spettacolari (specie la
granduchessa Maria, 14 anni); tutti parlavano
inglese.
Pure a Berlino, nel 1893, a cena dall'imperatore
(Twain era celeberrimo, nel '99 sarà ricevuto anche
da Francesco Giuseppe a Vienna) Guglielmo II aveva
parlato in un inglese fluido e brillante; ma lì,Twain
si era irritato: tentava da
sempre di imparare il tedesco,
senza fortuna (per mettersi di
buon umore non c'è altro che il
suo La terribile lingua tedesca,
ora nell'eccellente cura di Dino
Baldi, da Quodlibet: per i
generi, in tedesco "una ragazza
non ha sesso, mentre una rapa
ce l'ha"; questo dimostra la
grande considerazione che si
ha per le rape, e "lo
straordinario disprezzo per le
giovani donne").