Un omaggio al proprio idolo che è anche la storia di un pezzo di letteratura e costume italiani, nonché il diario della ricerca di un maestro e di un’amicizia. È Stile Alberto (Quodlibet), il libro di Michele Masneri dedicato al suo rapporto con uno dei più grandi autori del Novecento italiano, Alberto Arbasino. Un’opera ibrida che contiene anche lettere, cartoline, poster, cover di riviste e fotografie scattate da Paolo di Paolo, con cui vengono rievocati i tanti universi abitati da Arbasino. Dalla breve parantesi in politica come parlamentare del PRI all’omosessualità, dalla satira sulla borghesia alla capacità, a metà tra il profeta e il copywriter, di coniare veri tormentoni che usiamo ancor oggi, come signora mia o l’immortale casalinga di Voghera. Masneri scopre Arbasino per caso, quando studente del Nord trapianto a Roma viene letteralmente colpito da un volume di quello che sarà il suo punto di riferimento: Anonimo Lombardo, che la sua padrona di casa teneva quasi nascosto in cima a un alto scaffale, un giorno gli cade proprio sulla testa. È l’inizio di un grande amore letterario e di un vero e proprio culto, che a tratti rasenta l’ossessione. Masneri, come gli altri adepti, non solo va a caccia delle edizioni più rare del maestro, non solo colleziona tutti i suoi articoli e reportage, ma ne conosce a memoria il numero di telefono, una reliquia che passa di mano in mano tra i suoi ferventi ammiratori: il gioco consisteva nel chiamare per ascoltare il messaggio in segreteria, che cambiava continuamente.
Solo in seguito, quando Masneri riuscirà a entrare nel giro di amicizie di Arbasino, scoprendone così il lato più umano, gli aneddoti si caricano di sfumature personali. Memorabile la scena in cui viene finalmente ammesso nella mitologica casa di via Granturco, con la scusa di riportare allo scrittore gli occhiali che aveva dimenticato in macchina: in quell’occasione Masneri rimane stupito nel dividere con lui una bottiglia di spumante Asti Cinzano “dolce, da pacco natalizio”, come se l’autore di Fratelli d’Italia nonché frequentatore fisso del jet set italiano e internazionale non potesse che bere (e offrire ai suoi ospiti) altro che champagne.
Nei suoi anni d’oro infatti Arbasino conosce anche Truman Capote, con cui va in vacanza in barca (con un fidanzato “noiosissimo”) e di cui forse invidia la celebrità internazionale. È anche amico (vero) di Pier Paolo Pasolini, che è allo stesso mentore (lo fa esordire come poeta nella rivista Officina) e rivale, e il cui omicidio lo getta nello sconforto e segna la fine di un’epoca di edonismo spensierato. Gadda invece è il suo maestro, tra loro c’è un rapporto quasi nonno-nipote, tanto che l’ultima notte dell’Ingegnere ci sarà proprio Alberto a tenergli la mano e leggergli le pagine dei Promessi sposi dedicate all’Innominato.
Frequentare Arbasino per Masneri significa anche scoprire le persone che si celano dietro ad alcuni dei personaggi indimenticabili dei suoi romanzi. Come la contessa Gazzaniga, mecenate artistica che si trova a tavola col mitico Somerset Maugham senza riconoscerlo e soprattutto senza mai interloquirci, non sapendo come si pronuncia il suo nome (il tutto a casa di Giuseppina Crespi). Ma soprattutto spiccano i ricordi dell’aristocratica romana Domietta del Drago, prototipo di principessa di proustiana memoria e musa di Arbasino, che lo scrittore trasforma nel suo alter ego letterario: Desideria.
Arbasino per il giovane Masneri è una sorta di Google: un motore di ricerca con cui fare tutto, compendio di “etica, estetica ed etichetta” per chi si affaccia alla professione di scrittore e giornalista. Le pagine del maestro infatti sembrano parlargli, offrendogli lezioni di vita fondamentali: dal come vestirsi (non uscire mai dal colore grigio, evitare i disegni fantasia e intonare le calze all’abito e non, tragico errore, alla cravatta – ammonisce nell’Anonimo Lombardo); a come comportarsi (mai lamentarsi, mai essere sentimentali); fino a come utilizzare quando è necessario quel “vaffanculo" liberatorio con cui liberarsi non solo degli scocciatori ma anche dei sensi di colpa.