Ci sono saggi necessari per la loro
capacità di analizzare il visibile
dando al lettore la capacità di vedere anche l'invisibile. E il caso
dell'ultima fatica del catanese Giuseppe Frazzetto, Nuvole sul grattacielo. Saggio sull'apocalisse estetica. Il titolo non deve riportare necessariamente alle "scritture della
crisi" perché Frazzetto, critico e
storico dell'arte, estetologo, esperto di nuovi media e docente all'Accademia delle Belle Arti di Catania, torna invece a interrogarsi su
realtà virtuale e quotidianità, dando il via a una riflessione filosofica
che tocca aspetti dell'attuale con
cui siamo costantemente in rapporto, dalle serie televisive ai videogame, dai meme alla bulimia
dell'informazione, mai tanto sperimentata come in questi ultimi anni.
All'ipertecnologia l'autore ha
sempre guardato con occhio acuto già con Epico caotico. Videogioco e altre mitologie (Lupetti, 2014)
che, insieme a Artista sovrano.
L'arte come festa e mobilitazione<(i>
(Lupetti, 2017), costituisce con Le
nuvole sul grattacielo una sorta di
trilogia della postcontemporaneità. Nell'analizzare un'estetica
"espansa", si arriva così al concetto di "apocalisse estetica" che da
una parte si riferisce all'esaurimento delle posizioni estetiche
consegnate dalla tradizione ma
dall'altra fa riferimento a una panestetizzazione di tutto ciò che ci
circonda (ciascuno, per esempio
nella comunicazione social, è spinto a produrre se stesso come soggettività estetica e basti pensare
alla pratica del selfie resi sempre
più perfetti da filtri che deformano la realtà), con il risultato ultimo
di diventare insignificante. L'immagine simbolo che dà il via alla riflessione è quella usata (e abusata)
in molte serie televisive, ovvero il
rapido movimento delle nuvole
sui grattacieli a significare un'alterazione temporale e il veloce scorrere del tempo.
Il saggio ha il merito di essere
multidisciplinare senza pretese di
eclettismo, crea un lessico con cui
il lettore entra in relazione scorrendo pagine che, in fondo, parlano di ciascuno di noi, delle nostre
passioni, del nostro atteggiamento rispetto alla comunicazione,
all'informazione e ci fornisce risposte inattese su noi stessi di
fronte allo "spettacolo di qualsiasi
cosa".