C'è chi sostiene che gli
animali, anche volendo,
non potrebbero mai comportarsi come gli umani.
Non è vero. E una balla colossale. Quando gli gira, i
nostri migliori amici sanno
emularci eccome. Monsieur Descartes, in arte Cartesio, sosteneva che i quadrupedi variamente intesi
non pensano e non provano emozioni. Sbagliava delle grosse. Da tempo gli etologi hanno dimostrato che
in molti casi gli atteggiamenti animali sono legati a
stati d'animo precisi e sono
reazioni a fatti che avvengono. E in molte occasioni, essi ci stupiscono con gesti,
azioni, condotte assai simili
ai nostri.
La prova provata di tale
assunto viene da un libro
davvero particolare, "Vite
di animali illustri" (Quodlibet, 332 pagine, 18 euro)
di Roberto Kaz. Nel suo volume l'autore allinea alcune incredibili e anche divertenti storie di animali vissuti distinguendosi per qualche impresa ritenuta, fino a
ieri, sola prerogativa di noialtri bipedi.
ADOZIONE
Prendiamo Tiáo, uno
scimpanzé nato il 16 gennaio del 1963 nel giardino zoologico di Rio de Janeiro, Brasile. Venne adottato da Pacifico Soares, il guardiano
capo dello zoo con cui il piccolo scimpanzé andava a
passeggio mano nella mano sfilando davanti alle altre gabbie. Di giorno lo si
trovava negli uffici amministrativi, dove fingeva di rispondere al telefono e di
battere a macchina. Un
giorno Tiáo si stufò di questa vita da piccolo borghese, si ricordò che i suoi antenati usavano gli alberi come dimora e su di una pianta decise di salire. Il suo
guardiano s'incavolò e sulle prime provò a farlo scendere con le buone. Dato
che il primate di atterrare
non ci pensava proprio, Pacifico passò alle brutte, lo tirò giù con una fune e lo infilò in una gabbia. Quella cattività mandò il cervello di
Tiáo in cimbali. Cominciò a
fare il diavolo a quattro. Di
lì in avanti la sua scheda somiglia a quella di un galeotto irrequieto.
FUGA
Nel gennaio 1978 Tiáo
«fugge per poi ritornare da
solo». Nel novembre 1980
«scardina la rete della gabbia». Nel dicembre 1986
«prova a fuggire riuscendo
a forzare la rete della porta,
che va riparata con urgenza». Nell'ottobre 1995, ormai anziano, «fugge ma viene ripreso». Le schede sono
comprensive di anamnesi.
Per tenere a freno quell'irrequieto king kong, incazzato
nero oltretutto perché, essendo diabetico, gli erano
state ridotte le scorte di banane, ai medici del zoo non
restò che somministrargli
ettolitri di Valium e a curarne con la vitamina C una
fastidiosissima tosse.
Restiamo in Brasile per
conoscere la storia di Fajardo, il Rocco Siffredi dei tori.
Fajardo, uno zebù di razza
nellore, la più popolosa nel
paese di Pelò, disponeva di
un'anca, una muscolatura
e un diametro della borsa
scrotale (prerequisiti necessari in un toro di qualità) da
lasciare a bocca aperta anche il più esperto e smaliziato dei veterinari. Helder, un
allevatore, lo aveva acquistato per pochi dollari per
ingravidare le mucche della sua fazenda. Compito
che Fajardo assolse con ritmi da catena di montaggio
fordista. Nove mesi dopo
l'acquisto e il primo accoppiamento, nascevano i suoi
primi figli: primi dei duecentosettantacinquemila
avuti dal toro nel corso della sua frenetica vita sessuale. Non c'è da meravigliarsi
se il suo seme sia stato venduto in tutto il Brasile. Non
usa così forse anche con gli
umani?
E siamo a Kyoto, una poiana di Harris di quattro anni di età. Nato in un allevamento di volatili a Sao Gonçalo, nello stato di Rio de
Janeiro, Kyoto amava trascorrere le sue giornate assassinando piccioni o trucidando pavoncelle. Per raffreddarne gli istinti assassini, il suo padrone decise di
infilarla in una gabbia e di
ammaestrarla. La educò così bene che oggi Kyoto si limita, al massimo, a catturare gli uccelli indesiderati e
ad aspettare la ricompensa
(sotto forma di quaglia o cavie) come una foca ammaestrata. Anche per gli uccelli
rapaci vale il criterio del carcere come luogo di rieducazione.
UNIVERSO
E che dire del sorcio astronauta? Sono le 7,11 di domenica 19 maggio 2013, il
satellite Bion-ml atterra sul
prato di una fattoria russa.
Ne scende Major Tom, un
topo. Dopo un mese passato nello spazio, durante il
quale aveva orbitato 477
volte intorno al pianeta azzurro, era finalmente giunto il momento che il ratto si
sottoponesse nuovamente
alla forza di gravità. Nel microchip che gli era stato impiantato sotto la pelle, aveva accumulato una serie incredibili di dati. Major Tom
era stato selezionato perché, rispetto ad altri roditori, dimostrava più curiosità
esplorativa. E finiamo con
Nora, una gattina lituana
che suona il pianoforte con
le due zampe anteriori seduta su uno sgabello. Ha
avuto quattro milioni e ottocentomila visualizzazioni
su YouTube. Più di Bollani
e Allevi messi insieme. Visionare per credere.