Recensioni / Giuseppe Frazzetto, “Nuvole sul grattacielo”

Questo saggio descrive e analizza la cerimonia del me/mondo, così come si rivela nell’arte, nella gamification, nei film, nei videogiochi, nelle serie televisive, nella post-fotografia, nei social network, nei meme, negli NFT. La cerimonia quotidiana in cui siamo gettati è simultaneamente esito e disperato revulsivo d’una strisciante crisi della presenza. «Estetizzazione generalizzata» nei fatti è un eufemismo per estraneità del mondo. La vita spiazzata e familiare nell’apocalisse estetica ci rende stranieri al nostro mondo; il lontano e il vicino, la traccia e l’aura, tutto ci fronteggia e ci coinvolge, senza mediazioni, tanto più quanto più in apparenza ne abbiamo il controllo. Trasformati in produttori e collezionisti di immagini e di storie, tentiamo di trasformarle in strumenti per riconoscerci nella complessità della grande crisi attuale. Riflettendo sulla residua possibilità d’un punto di vista, questo saggio cerca di seguire alcuni percorsi delle formazioni culturali che ci determinano e ci inquietano: «nuvole» velocissime, che scrutiamo dall’«abisso del grattacielo».

Giuseppe Frazzetto insegna Stile, storia dell’arte e del costume presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Ha insegnato Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli studi di Catania. Dedica la sua attività di storico e teorico alla delineazione dell’ambito complessivo (culturale, sociale, estetico, antropologico) in cui si determina la crisi dell’arte e la sua eventuale “guarigione”. Propone un metodo orientato alla ricerca dei frammenti del sensato dispersi nelle pratiche artistiche nonché negli usi delle tecnologie digitali e nelle immagini che accompagnano la vita quotidiana. Critico d’arte per il quotidiano «La Sicilia», collaboratore di numerose riviste d’arte, ha pubblicato (si segnalano i più recenti) i volumi: Molte vite in multiversi. Nuovi media e arte quotidiana (2010); Epico Caotico. Videogiochi e altre mitologie tecnologiche (2015); Artista sovrano. L’arte contemporanea come festa e mobilitazione (2017).

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