“La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera” di Alberto Ravasio (Quodlibet)
Un romanzo tragicomico, finalista della XXXIV edizione del Premio Calvino e vincitore della Classifica di Qualità dell’Indiscreto nella sezione Narrativa italiana. Narra la trasformazione in donna del protagonista, portando con sé tutto il dolore di un giovane che non riesce a sentire in profondità i propri bisogni e desideri, e in cui il protagonista scopre “quanto sia delicata, friabile e disperatamente cava quella roccia chiamata virilità”, una scoperta che passo dopo passo culmina nella tragedia. L’autore, grazie a una scrittura acrobatica che sarebbe piaciuta a Burroughs, oscena ma mai volgare, secondo una definizione cara ad Aldo Busi, tesse un romanzo dissacrante, dove si ride molto ma si ride amaro e alla fine non si ride più. Ci si commuove solo di fronte alla disfatta di un uomo in cerca dell’amore, che viene disarmato dal più proibito dei gesti – un bacio – e dal più necessario dei sentimenti – la tenerezza.