Recensioni / VERA e il presente di una città

L'aspirazione più evidente del contemporaneo è quella di raccontare se stesso, come a voler disegnare una cartina senza immagini satellitari percorrendo le strade. Venuta meno la totalità che una visione dall'alto consente, star dentro le cose vuol dire cogliere inquadrature, frammenti che sembrano raccontare di un intero. Questo è ciò che succede in VERA. Roma, 8 spazi, 54 studi, edito da Quodlibet nato da un'idea di Damiana Leoni come naturale conseguenza di un momento storico che ha messo in discussione numerose certezze: «L'unica risposta possibile all'immobilità non poteva che essere la ricerca di differenti modi di scambio e contatto, anche al di là delle cornici istituzionali». Il volume (con testi di Damiana Leoni, Giuseppe Armogida, Giulio Cederna, Nicola Zingaretti e fotografie di Eleonora Cerri Pecorella, Mohamed Keita, Salvatore Nuzzi, Marta Scotti) uscito ormai diversi mesi fa, ha per primo registrato in modo accurato un fenomeno che riguarda la capitale e di cui si parla ormai in tutta Italia, e forse non solo. Si tratta di mettere in risalto la crescente tendenza a costituire realtà alternative, generalmente autogestite, che si fanno ponti tra artisti, pubblico e sistema dell'arte, e che affondano le radici in un diffuso senso di comunità. Ciò che infatti emerge nelle interviste condotte da Emma Rosi agli otto spazi presi in considerazione (Spazio In Situ, Post Ex OFF1C1NA, Spaziomensa, Paese Fortuna, Ombrelloni, Numero Cromatico, CASTRO) è proprio l'urgenza di un sentimento di collettività che accomuna esperienze per altro molto diverse tra loro per profili e obiettivi. Se infatti le ragioni, l'organizzazione interna, la conformazione degli spazi siano differenti, il filo conduttore che sembra legare le realtà trattate è la necessità degli artisti di contaminarsi, di valorizzare quelle cellule di fermento culturale che nella culla romana sembrano poter trovare una collocazione ideale. Il libro è riuscito a tracciare una mappa geografica e ideale, di un processo ancora in evoluzione che vede gli artisti ricercare luoghi e modalità differenti di lavoro, impegnati a farsi spazio in un sistema dell'arte in alcuni casi troppo rigido e/o complesso. Agire, fare comunità per costruirsi un proprio angolo da abitare, con regole inedite e nuove opportunità è l'urgenza che emerge dal volume; una tendenza che solo il tempo potrà raccontare. Mentre getta uno sguardo sulla Roma di oggi VERA rende chiaro come la complessità a volte contraddittoria di una città tanto enigmatica rifletta in questi luoghi fluidi, in accadimento, e senza pretese storicizzanti restituisca con fragranza il frame di un divenire dell'arte dal quale ci si aspettatt che possa accadere ancora molto .