Recensioni / Nuvole sul grattacielo

Nuvole sul Grattacielo. Saggio sull'apocalisse estetica di Giuseppe Frazzetto (Quodlibet, 2022) è un saggio sulla vertigine contemporanea che pervade ogni nostro attimo di vita in relazione al tutto (cit. cerimonia me/mondo) così come viene rivelato nell'arte contemporanea, nel cinema, nei videogiochi, nelle serie tv, nei socia) e negli NFT. La sensazione è di stare su un'altalena galattica che entra ed esce da un banco di nebulose, le formazioni culturali, i fenomeni, gli artisti e l'iper-produzione mediatici. Rivolgo all'autore tre domande, un ecoscandaglio per orientarsi.

Francesco Lucifora: All'inizio del suo saggio lei mette in relazione l'apocalisse estetica con la nostra condizione amletica. Quali sono gli spettri di cui saremmo le vittime?

**Giuseppe Frazzetto: Gli spettri (presenti già in Bloom, Derrida, Fisher) sono le presenze ormai quasi insensate delle culture con cui ci siamo espressi, misurati e in cui ci siamo riconosciuti. L'apocalisse estetica rinvia al fatto che quelle presenze appaiono nella loro «gloria», svelando qualcosa di ciò che in effetti erano. La nostra Stimmung è perciò motivata da una malinconia di gloria simile al senso di pienezza dopo una grande impresa. Nel nostro caso, l'impresa del Contemporaneo.

FL: Lei usa il termine Solaris (in riferimento al romanzo di Lem e ai film di Tarkovskij e di Soderbergh) per indicare l'inarrestabile pulsione produttiva dei media (cit.) che trasforma tutti noi in autori. Quando è iniziata questa metamorfosi e quale culmine potrebbe avere?

GF: La trasformazione del mondo in totalità estetica attiva (prodotta con il contributo di tutti) ha origini lontane, già nel Romanticismo. Il culmine? Forse non esiste. Forse c'è sempre ancora qualcosa da estetizzare (ovvero, come indico nel libro, da rendere «mio» e allo stesso tempo estraneo per gli altri).

FL: Il termine cyborg ricorre anche in altre sue pubblicazioni. Fa riferimento all'evolversi della relazione umana con le macchine in seno al nostro stile di vita e di percezione del mondo?

GF: Siamo tutti cyborg, ibridi di umanità e tecnologia. Non è una grande scoperta. Già il titolo del saggio tematizza gli aspetti estetici della questione: le velocissime nuvole sul grattacielo sono osservate in effetti su uno schermo. Le anticipo qualcosa. Lavoro adesso su una nozione implicita nel saggio: vado delineando i caratteri del nostro sensorio sciamanico. Il «farmaco che ci è stato donato, poter vedere tutto, visibile/invisibile, vero/falso, esistente/ inventato.

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