Syusy Blady:
Tiziano Bisi, un bolognese come me,
ha scritto un libro molto intrigante,
"Dalla via Emilia a San Pietroburgo".
Un libro pieno di situazioni estreme,
difficili, stimolanti e inattese,
viaggiando per l'Ucraina, la Polonia,
l'Ungheria e la Russia.
Un viaggio fatto con i mezzi di
trasporto che lo scrittore Ermanno
Cavazzoni definisce "i mezzi di
trasporto più avventurosi che ci siano:
i pullman pieni di badanti che
tornano e altra mista umanità in
fuga”. Quindi un libro che è un libro
di viaggio, ma che diventa letteratura
con un tono di scrittura molto
personale, dove ci sono tenerezza e
rabbia, insofferenza e compassione.
Un libro d'altri tempi, oserei dire, che
tocca corde profonde e disperate.
Ho incontrato Tiziano con sua
moglie russa Lisa e il suo cane
bianco in piazza Santo Stefano a
Bologna.
In una rivista come questa, che parla di viaggi, ci stanno, oltre a quelli
che possono fare tutti, anche viaggi
avventurosi e difficili. Ma questo che
hai fatto tu è un viaggio letterario
alla Rimbaud, se posso permettermi. Un viaggio intimo in un luogo
che si potrebbe dire strano per un viaggio di puro piacere. Hai preso una
corriera, di quelle che prendono le
donne dell'est per andare e venire dai
loro Paesi, e ti sei fatto anche in treno o con altri mezzi - possiamo dire
lenti - buona parte dei Paesi dell'est
fino ad arrivare e soggiornare per
lungo tempo a San Pietroburgo. Con
che spirito sei partito? Con un atteggiamento critico, ribelle, intimo...?
Tiziano Bisi: L'atteggiamento dell'anima, direi, quella che sta nel profondo, che è messa a tacere dalla società, dagli obblighi.
Syusy Blady: Mi fai venire in mente quello che scrivi di un autista a Budapest...
Tiziano Bisi: Ah sì, quell'autista di un bus cittadino che io avevo visto anni prima e che rivedo dopo anni a fare lo stesso tragitto, sempre lui, sempre la stessa strada (Deák Ferenc tér - Ponte delle Catene - Castello di Buda), i suoi capelli si sono imbiancati, la pelle scavata, e lui ha fatto quella strada avanti e indietro, un tragitto di un quarto dora, per tutta la sua vita. Che vita è questa? È un'immagine che mi ha colpito perché tutti siamo spaventati dal fatto che la nostra esistenza si riduca a fare le stesse cose, è qualche cosa di disumano e folle. Allora è questo che mi ha spinto a partire. Ti sarai chiesta perché in copertina c’è il Matto dei Tarocchi. È l'idea della mia vita, lui cammina sul limitare del burrone, puoi finire giù o andare dove? Il bello è che non lo sa... Io sono già morto e poi risorto innumerevoli volte...
Syusy Blady: ... e ha il cane che gli potrebbe mordere il polpaccio ma gli fa anche compagnia, che rappresenta la sua irrequietezza, la sua spinta vitale, forse.
Tiziano Bisi: Sempre nella logica dei Tarocchi io spero di evolvere nell’Eremita, l'arcano maggiore numero 9, che si fa luce con la lampada e incomincia a vedere.
Syusy Blady: Perché, nel frattempo, cosa hai capito?
Tiziano Bisi: Che devi vivere prima di morire e trasformare, come gli alchimisti, il piombo
in oro, trasformare il brutto, il grezzo, il basso, in bello. Lo puoi fare solo
se vivi, ormai sei nato e non ti puoi più
nascondere - dice qualcuno - come fai a trasformarti, a migliorarti se non vivi?
Se non rischi? Alla fine della vita cosa hai
imparato? Cosa sei venuto a fare qua?
Io ho un concetto molto religioso della vita, quello che dobbiamo fare è sapere
che siamo in una specie di scuola con
le classi. Se sei in prima devi passare in
seconda e così via, devi evolvere spiritualmente per essere promosso alla fine.
Devi andare incontro a tutto, bello e
brutto, a tutti i sentimenti: l'odio la violenza l'accidia, attraversare gli inferi per
arrivare al paradiso. Io sono un pellegrino, non vado a vedere i monumenti, io
voglio evolvere spiritualmente.
Syusy Blady: Tu scrivi nel libro che scriverai un libro che sarà geniale...
Tiziano Bisi: Mentre viaggiavo e scrivevo mi creavo già il libro in testa e sapevo che avrebbe incontrato gli spiriti non banali. Amo scrivere ma soprattutto leggere. È ciò che amo di più ma per campare ho fatto per anni il pubblicitario, poi mi sono licenziato con un fax perché non ce la facevo più. Poi ho fatto altri lavori e ho deciso di andare in Russia. Il primo viaggio l'ho fatto in Transiberiana poi ho cominciato a studiare la lingua russa e ho avuto un contratto di lavoro a San Pietroburgo all'università SPBGU, quella in cui si era laureato Putin, quindi mi sono trasferito per 7 anni lì. Andavo e tornavo dall'Italia. Quel giro che racconto nel libro l'avrò fatto 40 volte e l'ho riassunto in un unico viaggio.
Syusy Blady: Ma perché andare all’Est?
Tiziano Bisi: Mi sono stancato dell'occidente. Avevo fatto l'America coast to coast ma lì per me non c'è più l'ignoto, hai già visto tutto nei film, in televisione. Mi sono stufato dello stile occidentale e non mi nteressava più, mentre l'Est è la nuova frontiera, l'ignoto, il nuovo Eldorado. San Pietroburgo è una città letteraria, si respira la grande letteratura, sono stato attirato da questa città dove cè una grande cultura e le persone sono istruite, quasi la Parigi dell’Ottocento. Non a caso San Pietroburgo è stata progettata dai più grandi architetti italiani, un godimento estetico. Pieno di caffè letterari: dove li trovi più? Debbo dire che forse la passione che ho per l'Est può essere anche una questione personale: col tempo sono diventato consapevole che metà della mia famiglia è istriana e quindi forse questo mi attraeva e mi portava all'est.
Syusy Blady: Il tuo è un libro di viaggio personalissimo, atipico, che ti rappresenta ma certo raccontando i luoghi e la gente che incontri con un occhio severo rendi la realtà cruda di certi posti, di luoghi che ora sono sulla bocca di tutti.
Tiziano Bisi: Sì, io non posso dire nulla della situazione attuale in Russia, ma certo quello che racconto è un viaggio oggi irripetibile. Il percorso da San Pietroburgo a Kiev - pensa te! - non lo si può più fare! Io invece con l'autobus ho fatto la strada diritta che adesso fanno i carri armati! Quello che mi ha colpito anni fa è che a Kiev, prima di Majdan, si parlava in russo, nessuno parlava in ucraino. Del resto Kiev è storicamente la culla della Russia, ma non voglio certo fare questioni politiche, dopo è arrivata la russofobia, l'odio per la Russia e i russi, sentivo che in quel Paese cerano tensioni che non volevo certo vivere, non ci sono più tornato. Poi quella volta arrivai a Budapest...
Syusy Blady: Sì, e racconti il cambio dei binari con il sollevamento del treno... ma cosè? Perché succede?
Tiziano Bisi: L'Unione Sovietica per evitare invasioni
dall’Europa ha un sistema di scartamento ferroviario ridotto, diverso, quindi a Čop (al passaggio di frontiera, al confine tra Ucraina e Ungheria) devono
fare questo cambio, sollevano il treno
allargano lo scartamento... Di notte ti senti sollevare vedi nebbia e buio ovunque e un
rumore infernale, una cosa da film.
Ma Budapest è bellissima e mi piaceva
andare alle terme, soprattutto quando
cera l'omino che ti assisteva, adesso invece è tutto automatico, un altro
posto di lavoro che si perde.
Syusy Blady: Tu lo ripeti spesso: nei Paesi dell'Est un lavoro non si nega a nessuno, invece ora si stanno meccanizzando anche loro. E sono le persone semplici che ti colpiscono e che racconti in tutte le loro sfumature. Ma nel tuo viaggio hai anche incontrato l’amore. Posso dire anche che mi ha commosso come hai raccontato l’incontro con Lisa, una ragazza russa, che poi hai sposato..
Tiziano Bisi: Durante le notti bianche quando a San Pietroburgo sembra che non dorma nessuno e le strade sono piene di gente. In un caffè cera Lisa che sembrava mi aspettasse e io sono stato spinto a entrare in quel caffè da una forza divina che mi è sembrato non c'entrasse con la mia volontà, e così lei mi ha salvato la vita.
Syusy Blady: Bello! Nel libro - che consiglio a tutti di leggere - lo racconti molto bene. Ma, a proposito, adesso ci tornerete in Russia?
Tiziano Bisi: Certo. Tra poco io e Lisa partiremo in auto “dalla via Emilia (strada Maggiore) a San Pietroburgo”! Ma tutto il viaggio che ho fatto io adesso è sconsigliabile. Io credo che quello che sta succedendo sia quasi la fine del mondo... un piano malefico che ci spinge a odiarci l'uno con l’altro, vogliamo la pace e mandiamo le armi?! Non capisco.