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IT. Skansi ha raccolto in questo libro dieci tra saggi e articoli pubblicati da Manfredo Tafuri (1935-94) prima di dare alle stampe Teorie e storia dell'architettura e Progetto e utopia che lo hanno reso indiscusso riferimento della cultura architettonica italiana e internazionale dopo il 1969. Il primo di questi libri rappresentò il compimento del percorso che gli scritti pubblicati e commentati da Skansi ricostruiscono, fotografie nitide dell'impegno con cui Tafuri si immerse nel dibattito disciplinare e nelle vicende politiche italiani dei primi anni Sessanta, quando divenne patrimonio comune tra gli architetti meno conservatori pensare che l'azione politica avrebbe dovuto risolversi nell'adozione di provvedimenti atti a garantire la pianificazione dello sviluppo delle città, sottraendolo, in anni di dirompente crescita economica, ai privilegi concessi ai portatori di meri, molto spesso spregiudicati e grezzi, interessi economici. Tafuri lo fece con gli strumenti marcatamente ideologici che gli offriva la sua appartenenza alla cultura italiana di cui, però, non mancava di cogliere i limiti nel campo dell'architettura. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta si diffuse il convincimento, fatto proprio da Tafuri, che il problema per l'architettura fosse quello di essere all'altezza di un'incalzante necessità di pianificare e così di ridisegnare con gli strumenti dell'urbanistica le trasformazioni e il futuro delle città. Non sì trattava di una convinzione diffusa soltanto in Italia: al proposito, forse, non è pleonastico notare che quando Tafuri ottenne il titolo che gli aprì la strada a una fortunata carriera accademica, la libera docenza, questo lo qualificava come urbanista, cosi come avvenne per altri protagonisti delle vicende dell'architettura da lui condivise, quali James Stirling (n.1926) 0 Frank Gehry (n. 1929). Quelle che personaggi così diversi condividevano erano speranze diffuse e discusse, destinate a venire frustrate, come Tafuri non mancò di constatare in seguito. Dalle conseguenti disillusioni sono derivati gli studi maggiori di Tafuri, segnati dall'impiego di strumenti critico-interpretativi rinnovati, come dimostra lo scarto che non è difficile notare tra Teorie e storia dell'architettura e Progetto e utopia. II libro curato da Skansi, cui va riconosciuto anche il merito di avere colto l'opportunità di ripubblicare in questa occasione il migliore dei saggi dedicati al "giovane Tafuri" scritto da Giorgio Ciucci nel 1995, spiega dove affondino le radici del disincanto che attraversa quanto Tafuri fece dai primi anni Settanta, senza mai smettere, così come già lo era quando ancora era studente, di essere un formidabile insegnante.

EN. In this book, Skansi has gathered ten essays and articles published by Manfredo Tafuri (1935-94), before the publication of Teorie e storia dell'architettura and Progetto e utopia, which made him a clear reference point in Italian and international architectural culture after 1968. The first of these two books represented the completion of the path which the writings published and commented on by golosi reconstruct, clear photographs of the commitment with which Tafuri plunged into the disciplinary debate and the political affairs of Italy in the early 1960s, when the less conservative architects shared the idea that political action would have to lead to the enactment of measures aimed at guaranteeing the planning of the growth of cities, protecting them -in years of burgeoning economie growth- against the privileges granted to often unscrupulous and crude, purely economie interests. Tafuri did this with the emphatically ideological tools made available to him by the fact that he belonged to the Italian culture, though he did not fail to grasp the limitations for the field of architecture. In the 1950s and 1960s the conviction spread -shared by Tafuri- that the problem for architecture was to be prepared to respond to the urgent need for planning, and thus to redesign the transformations and future of cities with the tools of urbanism. This conviction did not exist only in Italy: in this regard, it perhaps not obvious to note that when Tafuri received the appointment that opened the way for his successful academic career, qualified him to work as an urbanist, as happened for other protagonists of the affairs of architect in which he shared, such as James Stirling (b.1926) or Frank Gehry (b. 1929). These vela, different personalities shared in widespread and widely debated hopes, destined to be crushed - as Tafuri did not fail to point out later on. The resulting disappointments set the stage for Tafuri's major studies, marked by the use of revised critical-interpretative tools, as demonstrated by the gap that is easy to see between Teorie e storia dell'architettura and Progetto e utopia. The book edited by Skansi, which should also be given credit for the republication of the best of the essays on the "young Tafuri," written by Giorgio Ciucci in 1995, explains the roots of the disenchantment that crossed what Tafuri did from the early 1970s on, without ever ceasing to be a formidable teacher, just as he already was when he was stili a student.