Recensioni / Quattro libri che parlano del concetto di Città e Futuro

Alla parola futuro, anche le trattazioni più solide si frammentano, diventano riflessive e interrogative. Quattro esempi di questa ricerca incessante nel presente e nel passato delle città, che ne chiama in gioco l’avvenire

C’è un tema davanti al quale, per ragioni piuttosto intuibili, anche la più solida volontà di scrivere il libro della città, unitario quanto vasto, si ferma e lascia spazio alla frammentarietà delle riflessioni: il futuro. Certo, un libro che si intitola Futuro lo si può comprare: è stato scritto una decina di anni fa da Marc Augé, lo pubblica Bollati Boringhieri, ed è una trattazione curiosamente unitaria. Ma resta, per l’appunto, un’eccezione.

Altri quattro recenti libri sulla città - qui la prima serie - ci presentano altrettante sfumature nell’interpretare uno stesso approccio, la sequenza di riflessioni sullo stato del presente con la finalità (se non la conclusione, come in uno dei casi) di proiettare il pensiero sulla città del futuro, guardato dal fondo di un lungo Novecento, o dalle stanze pensose del primo lockdown.

Testi sulla (non più) città

Questa raccolta di scritti per lo più inediti in italiano, curata da Manuel Orazi, prende in realtà movimento proprio da un desiderio del fondatore di OMA di scrivere anche lui un suo “libro della città”, da intitolare La città contemporanea: il progetto è presto accantonato e, nei decenni, lungo diverse fasi di ricerca, si allinea una serie di immagini di città alla Walter Benjamin che diventano altrettante occasioni di riflessione (Denkbilder, o immagini di pensiero). La raccolta riesce a darci una cifra della distanza cronologica tra le prime riflessioni e le più recenti, unite però da alcune affinità di atteggiamento. Postmoderno è il sezionamento di implicazioni simboliche e di pensiero, su un oggetto come il muro di Berlino negli anni ‘70; postmoderno e nondimeno ancora tagliente il ritratto delle smart cities come campo di una battaglia di comunicazione (persa) tra mercato e progetto. E il futuro? Non è dato sapere con esattezza. Lo scritto che chiude il libro si intitola La campagna.

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