L'eclisse dell'oggetto. Se c'è un segno forte che emerge con chiarezza dall'edizione 2022 del Compasso d'Oro è la quasi totale scomparsa dall'elenco dei premiati di quegli artefatti oggettuali - mobili, complementi d'arredo, apparecchi illuminanti - che nel Novecento venivano identificati come gli emblemi per antonomasia del design. Quest'anno fra i venti prodotti premiati dalla giuria presieduta dalla giornalista Annachiara Sacchi uno solo - la sedia Plato disegnata da Jasper Morrison per Magis - può essere ricondotta alla categoria degli oggetti o degli arredi. Uno su venti. GGli altri sono dispositivi medicali (quattro), prodotti sociali (tre), innovazioni tecnologiche (tre), sistemi di rivestimento (tre) e mezzi di trasporto sostenibili (tre), oltre a un'attrezzatura illuminante (Belt, inedito sistema di illuminazione di cuoio e led disegnato da Ronan e Erwan Bouroullec per Flos) e a due libri. Uno di questi ha un titolo che suona come un manifesto programmatico: Contro l'oggetto di Emanuele Quinz, pubblicato dalle edizioni Quodlibet.