Ho sempre vissuto l’estate come una sorta di frontiera esistenziale. Il periodo dell’anno in cui le esperienze dei mesi precedenti si addensano e formano un variegato monte di progetti e nostalgie. Ecco perché in genere, perlomeno in questo periodo dell’anno, cerco di evitare i libri particolarmente impegnativi, che di solito sono quelli che preferisco. Ma i propositi sono fatti per essere infranti; così ad agosto combatterò la canicola all’ombra di uno dei più maestosi monumenti della letteratura del Novecento: L’uomo senza qualità di Robert Musil. Oltre a questo grandissimo classico, ho già riposto in valigia due romanzi d’esordio che mi fanno ben sperare nelle capacità autoriali e editoriali dei nostri tempi: La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiere di Alberto Ravasio, edito da Quodlibet e Adeu di Ignazio Caruso, edito da Giulio Perrone Editore. Per entrambi i libri – leggendo la quarta e sfogliando qualche pagina – ho avuto l’impressione che gli autori volessero comporre dei testi in grado di resistere alla prova del tempo. Non so se ci siano riusciti, ma in ogni caso hanno il merito di aver tentato.