È un volume di oltre ottocento pagine, nella collana «Verbarium» dell'editore Quodlibet (euro 60), e segna la nascita di un nuovo genere, come si evince dal titolo: Autobiografia documentaria, cioè autobiografia costruita semplicemente attraverso una collazione di scritti saggistici, che documentano la storia sia intellettuale sia professionale di un protagonista della vita culturale italiana. In questo primo caso si tratta di Renato Solmi (Aosta, 1927), il germanista che ha il merito della traduzione e della cura di due testi fondamentali del pensiero moderno come i Minima moralia di Adorno e Angelus novus di Benjamin.
Figlio del poeta Sergio Solmi, laureatosi a Milano in storia greca, conosce due esperienze che ne segnano la vita: fra il 1951 e il 1963 lavora nella redazione della casa editrice di Giulio Einaudi e alla metà degli Anni Cinquanta passa un periodo di studio in Germania; a Francoforte, seguendo gli insegnamenti di Theodor W. Adorno. Sugli anni einaudiani il volume raccoglie una testimonianza apparsa sulla rivista L'Indice nell' estate del 1999, che racconta fra l'altro il licenziamento in tronco da via Biancamano, insieme con l'amico Renato Panzieri, a causa della burrascosa vicenda attorno a Meridionali a Torino, libro di Goffredo Fofi poi edito da Feltrinelli. Alla Scuola di Francoforte, che per primo Solmi introdusse in Italia, è dedicata un'altra sezione del volume, con le introduzioni a Minima moralia e a Angelus novus, una riflessione su Herbert Marcuse, una discussione con Cesare Cases e un profetico intervento della primavera del 1959, sulla rivista Passato e presente, a proposito di televisione e cultura di massa.
Questa singolare autobiografia è in realtà un affascinante viaggio a ritroso nel tempo, attraverso fasi memorabili della storia della cultura italiana, fra il 1950 e il 2004: dalle ricerche di Ernesto De Martino, l'autore di Mondo magico, al lavoro militante attorno al foglio ciclostilato Discussioni, che riproponeva il dibattito sui limiti della situazione della cultura in Urss. Quindi il lavoro editoriale con interventi su Thomas Mann, su Giaime Pintor e soprattutto sul bobbiano Politica e cultura, e il lavoro nella scuola, perché Solmi, lasciata Einaudi ha insegnato in licei di Torino e Aosta. Infine i classici temi che hanno attanagliato la sinistra negli anni Settanta: l’America, il Vietnam, la sorte di Eatherly, il pilota di Hiroshima. In chiusura il senso di questa vita fra impegno e ricerca è ricapitolato con una sezione da titolo sintomatico: «Sguardi sul passato».