Recensioni / Riformista, addirittura!

Alfonso Berardinelli ha segnalato sul «Foglio» l’importanza del volume («Autobiografia documentaria», Quodlibet) che raccoglie i saggi che il filosofo Renato Solmi, primo traduttore in Italia di Adorno e a suo tempo figura chiave dei «Quaderni piacentini», ha scritto in cinquant’anni. In particolare cita uno scritto del 1965 sulla nuova sinistra americana, della quale Solmi sottolineava lo «spirito pragmatico» che la rendeva distante dall’ideologismo della sinistra europea. Ma, rilette oggi, quelle affermazioni lasciano intravedere anche uno dei mali della nostra cultura. Solmi invitava ad apprezzare la concretezza, la «chiarezza rivoluzionaria» dei testi degli studenti americani indipendentemente da posizioni politiche «che –scriveva – possono sembrare in qualche caso addirittura riformistiche». Solo un avverbio, certo: ma come non vedere in quell’«addirittura», nell’idea del riformismo come qualcosa di cui diffidare, tanta parte, e non la migliore, della storia del nostro Paese?