La crisi che il cristianesimo attraversa
in Occidente sta assumendo i tratti di
un fenomeno epocale.
Alain Finkielkraut la ritiene
la crisi più rilevante dalla
sua nascita. Eppure, ciò che
sta avvenendo sotto gli occhi di tutti sembra passare
del tutto inosservato nel dibattito culturale italiano,
senza destare particolare interesse tra gli intellettuali.
Forse l'Italia è troppo superficialmente cattolica per accorgersi dell'inesorabile declino del cattolicesimo italiano e troppo poco cristiana per avere a cuore le sorti
del cristianesimo.
Giancarlo Gaeta fa eccezione. Acuto e raffinato studioso del cristianesimo ha
raccolto una trentina di
suoi testi - studi, conferenze, recensioni redatti dal
1987 al 2021 - in un volume
dal titolo In attesa del Regno. Il cristianesimo alla svolta dei tempi, edito da Quodlibet. Già docente di Storia
del cristianesimo antico
presso l'Università di Firenze, grande conoscitore del
Nuovo Testamento e studioso di Simone Weil, in poco
meno di trecento pagine ha
la capacità di riconoscere il
nocciolo incandescente del
messaggio evangelico e distinguerlo nettamente da
ciò che per duemila anni sono state «supporto e forma»
istituzionali e che ora, nella
svolta del millennio, sono ridotte in frantumi nel confronto con la modernità.
Gaeta tratteggia in modo
particolarmente efficace sei
figure del Novecento - Ernesto Bonaiuti, Giuseppe Dossetti, Michel de Certeau,
Ivan Illich, Luciano Martini,
Paolo Dall'Oglio - che in contesti storici e stili personali
diversi hanno colto e annunciato la crisi verso la quale il
cristianesimo si muoveva
ma che per le prospettive
che proponevano sperimentarono una drammatica incomunicabilità da parte dell'istituzione ecclesiale
fino a conoscere la marginalizzazione.
Buonaiuti cercò di liberare il cattolicesimo da uno
stato di minorità culturale
promuovendo una scienza
storico-religiosa perché «si
accedesse ad una comprensione della parola rivelata
all'altezza dei tempi», ma finì triturato nella morsa di
poteri irriformabili.
Tenendo ben distinte la
«catastroficità della situazione civile» dalla «criticità
del mondo ecclesiale» Dossetti, ispirandosi al cristianesimo dei Padri, tentò invano di operare per «un movimento che sarebbe dovuto nascere all'interno della
Chiesa e che avrebbe
dovuto incidere sulla vita della città
esclusivamente
in forza della santità dei suoi
membri».
Altra via quella
proposta dal geniale gesuita francese Michel de Certeau che non ritiene più possibile un movimento di rinnovamento radicale della Chiesa in quanto sempre meno utilizzata
come luogo proprio del vivere dei credenti. «In effetti -
commenta Gaeta - si assottiglia sempre più lo stacco tra
credenti e non credenti: nei
primi viene meno il riferimento necessario all'istituzione, i secondi tendono ad
appropriarsi di valori e linguaggio del cristianesimo».
Intense sono le pagine
che Giancarlo Gaeta dedica agli ultimi papi. Emblematico è il concerto rock di
Bob Dylan in occasione del
Congresso eucaristico nazionale a Bologna del settembre 1997 seguito all'intervento di Giovanni Paolo
II, metafora di un papato
che ha incongruamente cercato di unire la predicazione del messaggio cristiano
a eventi di grande visibilità
e richiamo: Wojtyla «non
sembra rendersi conto
fino in fondo dello
stato di ambiguità in cui la sua
predicazione è
caduta nel momento stesso in
cui ha cercato di
supplire alla perdita del ruolo sociale
della Chiesa con una esposizione indifferenziata del
messaggio cristiano».
Nell'attuale situazione
della Chiesa, per Gaeta papa Francesco «fa quello che
ritiene suo dovere per ritardare il crollo tamponando il
tamponabile, ma mi sembra
che in cima ai suoi pensieri
ci sia piuttosto il tentativo di
un nuovo inizio, con l'urgenza di chi sa che poco è il tempo che resta all'istituzione
bimillenaria». Questa operazione porta Gaeta a formulare un paragone che di certo
farà discutere: «Un'operazione tanto difficile quanto
drammatica, che ricorda,
enormemente moltiplicata,
quella tentata e fallita da
Gorbaciov nei riguardi
dell'unione sovietica».
Il pensiero di Giancarlo
Gaeta è inaggirabile per chi
vuole capire come siamo
giunti al transito storico del
cristianesimo.