Pubblichiamo un estratto della prefazione scritta da Blaise Pascal al suo «Compendio della vita di Gesù Cristo» (Edizione Quodlibet, a cura di Michele Ranchetti, Macerata, 1995).
Il Verbo che esisteva da tutta l'eternità,
Dio in Dio, per cui tutte le cose e anche le visibili sono state fatte, essendosi
fatto uomo, nella pienezza dei tempi è venuto nel mondo che egli ha creato, per salvare il mondo; non è stato ricevuto dal
mondo, ma da coloro solamente ai quali
egli ha dato il potere di essere fatti figli di
Dio in quanto rinati nello Spirito Santo per
la volontà di Dio, e non in quanto nati dalla
carne e dal sangue per la volontà degli uomini.
Ed egli ha conversato tra gli uomini, spogliato della sua gloria e rivestito della forma
di uno schiavo, ed è passato per molte sofferenze fino alla morte e alla morte di croce,
sulla quale ha portato le nostre debolezze e
infermità, e ha distrutto la nostra morte con
la sua, e dopo aver abbandonato volontariamente la sua anima, che egli aveva il potere
di lasciare e di riprendere, egli ha resuscitato se stesso il terzo giorno e con la sua nuova vita ha comunicato la vita a tutti coloro
che sono rinati in lui, così come Adamo
aveva comunicato la morte a tutti coloro
che erano nati da lui. E infine essendo salito
dagli inferi al di sopra di tutti i cieli per
riempire tutte le cose, egli siede alla destra
del Padre, da dove verrà a giudicare i vivi e
i morti, e a ricondurre gli Eletti incorporati
in lui nel seno di Dio, al quale egli è unito e
rimane unito ipostaticamente per sempre.
Quando la benignità di Dio è apparsa e
tali grandi cose sono state compiute sulla
terra, molti si offersero di mettere per iscritto la storia della sua vita.
Ma poiché una vita così santa, di cui le
più piccole azioni e movimenti meritano di
essere raccontati, poteva essere scritta solo
dallo stesso spirito che aveva operato la sua
nascita, non vi riuscirono perché seguivano
il loro stesso spirito. Ed è per questo che
Dio fece nascere quattro santi uomini contemporanei di Gesù Cristo, i quali, ispirati
divinamente, hanno scritto le cose che egli
ha detto e fatto.
Non che abbiano scritto tutto, perché occorrerebbero per questo più volumi di
quanti il mondo non potrebbe contenere,
perché non c'è movimento, atto, pensiero,
che non meriti di essere espresso in tutte le
circostanze, perché tutte dirette alla gloria
del Padre e guidate da una operazione intima dello Spirito Santo. Ma le cose che sono
scritte, tutto, è al fine che noi crediamo che
Gesù è il figlio di Dio, e che credendo noi
abbiamo la vita eterna nel suo nome.