La schiavitù italiana a Cuba.
"Eredi Boggiano", il nuovo libro d'artista di Cristiano Berti, edito da Quodlibet e vincitore dell'Italian Council (X
edizione, 2021), verrà presentato venerdì 13 gennaio,
alle 18, allo Studio Tommaseo, con un evento inserito
nell'ambito delle attività libraryline della Biblioteca
Trieste Contemporanea.
L'autore converserà con Giuliana Carbi Jesurun.
Eredi Boggiano è un libro
d'artista speciale: completamente privo di immagini, il
volume mette al centro la parola, valorizzandone il suo significato più profondo e
prendendo la forma di un
saggio di interesse storico.
Frutto di cinque anni di ricerche, Eredi Boggiano fa parte
del secondo dei "Cicli Futili"
una serie di opere ibride nella quale Berti coniuga ricerca
archivistica e artistica, per interrogarsi sulla capacità della storia di contribuire all'interpretazione della realtà in
un mondo che mescola rapidamente culture e genti.
Protagonista della nuova
indagine di Cristiano Berti è
la figura controversa di Antonio Boggiano, un facoltoso
commerciante italiano vissuto a Cuba nella prima metà
dell'Ottocento, e le centinaia
di persone che egli "possedette" come schiavi di casa o nella sua piantagione di caffè.
Eredi Boggiano ci restituisce
così un'attenta fotografia della tratta degli schiavi nella
Cuba dell'Ottocento e delle
ombre del colonialismo e del
razzismo, che raggiungono
l'attualità. Secondo il diritto
consuetudinario vigente nelle colonie spagnole, alla persona fatta schiava veniva automaticamente dato il cognome del padrone. Il libro, dopo aver ricostruito la biografia di questo antico emigrante, rivolge l'attenzione ai
suoi molti schiavi e alle loro
discendenze, giunte numerose fino ai nostri giorni. Il titolo del volume allude proprio
a questi cittadini cubani il cui
cognome italiano è segno di
un lontano passato di oppressione e, allo stesso tempo, di
identità e unità familiare.
"Eredi Boggiano" si conclude con una conversazione
tra l'autore e il critico d'arte
Seph Rodney. A chiusura del
libro Rodney interpreta la
forza artistica e propulsiva
che ha spinto Berti a intrecciare al groviglio caotico del
mistero dei Boggiano la ricerca dell'autodeterminazione
e dell'identità dei Caraibi,
che fa i conti con un lascito
post-coloniale fatto di sfruttamento, schiavismo, ambizione e sradicamento delle
proprie origini.
Con questo secondo episodio dei suoi "Cicli Futili", Berti torna a osservare le sorprendenti connessioni tra la
cultura cubana e italiana, già
protagoniste del suo precedente libro "Gaggini. Le Alpi
e il Tropico del Cancro"
(Quodlibet, 2017), centrato
sull'opera dello scultore genovese Giuseppe Gaggini
per la città dell'Avana. Ed è
proprio durante la ricerca artistica e storica per la stesura
del suo primo libro d'artista
che Berti scopre l'esistenza
di Antonio Boggiano, quale
internie diario commerciale
tra il conte di Villanueva e lo
scultore.
Cristiano Berti (Torino,
1967) è un artista visivo. Vive e lavora a Jesi. Berti adopera principalmente i medium
della fotografia, del video e
dell'installazione. Attualmente insegna all'Accademia di Belle Arti di Macerata.
Ritorna a Trieste Contemporanea dopo la presentazione
della ricerca "Gaggini. Le Alpi e il Tropico del Cancro"
che ha dato avvio a questo ultimo ciclo di studio.