Recensioni / "Eredi Boggiano" un libro d'artista sullo schiavismo

Il savonese Antonio Boggiano sbarca a Cuba alla fine del XVIII secolo e diviene nel tempo proprietario di schiavi. Secondo il diritto che vigeva nelle colonie spagnole, alla persona fatta schiava veniva dato il cognome del padrone. Nasce da questo antefatto "Eredi Boggiano , il libro d'artista di Cristiano Berti (Torino 1967), vincitore della decima edizione dell'Italian Council del Ministero della Cultura, che viene presentato stasera alle 18 alla Fondazione Sandretto, alla presenza dell'autore e della critica Gabi Scardi. Edito da Quodlibet, prodotto senza immagini per valorizzare la parola e il suo significato più profondo, ricostruisce la biografia dell'antico emigrante, insieme all'eredità derivata dai suoi schiavi e dalle loro discendenze, giunte numerose fino ai nostri giorni. Il titolo allude proprio ai cittadini cubani il cui cognome italiano è segno di un lontano passato di oppressione e, allo stesso tempo, di identità e unità familiare. Il volume è parte del progetto `Cicli futili Boggiano", composto anche di un'installazione e un video, risultato di cinque annidi lavoro su temi come la schiavitù e la libertà, con esiti che hanno a che fare con l'attualità. L'autore si domanda che cosa resti di questo Antonio Boggiano, nato a Savona ne11778 e morto a Trinidad di Cuba nel 1860, intraprendente, scaltro, benestante, e in certi momenti della sua vita anche ricco. Si scopre così che fu committente di un altare di marmo bianco che si trova oggi nella chiesa più importante di Trinidad e che fu padre di numerosi figlie figlie. Un uomo che prima di terminare l'esistenza, e cadere nell'oblio, ha lasciato prove del suo cammino, tracce facili da scoprire con gli strumenti della ricerca storica. Ma all'artista interessa soprattutto indagare il seme della colonia, intriso di avidità e cattiveria, che nel tempo si è trasformato, perdendo il gusto amaro delle origini. Un lavoro ibrido quello di Berti, che coniuga ricerca storica e produzione visiva: il racconto è infatti seguito da una ricca sezione di fonti documentarie. In conclusione una conversazione con il critico e opinionista giamaicano Seph Rodne, che afferma: «Tu hai cercato nel mistero dei Boggiano il materiale per un più ampio discorso su cosa siano i Caraibi. Ti sei chiesto cosa farne, e hai risposto da ricercatore desideroso di dare alla storia una forma leggibile e comprensibile per il pubblico. E ti sei chiesto cosa farne come artista, districando fili della storia dei Boggiano per vederli caricarsi di significato sul piano di un'azione creativa».

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